LE PAROLE SONO ORO PER I MERCATI FINANZIARI, LA QUESTIONE LAGARDE E’ UNA CONFERMA
Sono bastate le nuove dichiarazioni di Christine Lagarde per invertire la rotta dei mercati finanziari, ormai da settimane decisi a percorrere le anse del tunnel nel quale sta viaggiando l’economia globale, assediata dall’impatto Covid-19. La BCE dunque ci ha ripensato e ha lanciato un nuovo piano di Qe del valore di 750 miliardi di euro, un importo che il Board aveva escluso nel corso della riunione della scorsa settimana. Non è dato sapere se alla luce dei danni che hanno provocato proprio le dichiarazioni della presidente in conferenza stampa, quel suo improvvido cenno allo spread, e il puntualizzare che non rientra nelle competenze della Banca Centrale. Intanto, di certo, stamattina la seduta nelle piazze europee è cominciata con altro slancio, Piazza Affari marciava a inizio seduta a +4%, verso le 11:00 ha perso un po’ di sprint, ma siamo sempre in terreno positivo, così come le principali piazze in Europa, tranne il FTSE 100 di Londra, che procede sotto tono, con -1,26% (sempre intorno alle 11). Piatto l’andamento anche a Wall Street, che ha tuttavia neutralizzato quasi tutto il forte negativo di ieri, con Dow Jones e Nasdaq lievemente in calo. Lo spread, in seguito alle nuove dichiarazioni provenienti da Francoforte è rientrato, ieri aveva raggiunto ben 320 punti base, creando non poco allarme, sia nel Governo che negli ambienti finanziari. Rassicurano anche le affermazioni di Christine Lagarde, la quale sostiene che “non ci sono limiti agli impegni della Bce sul fronte Euro”. Si tira un sospiro di sollievo, la situazione nelle ultime settimane specialmente, è in continua fibrillazione, e non solo in Ue, ma sul piano globale, considerata l’evoluzione della pandemia e il coinvolgimento di un numero di paesi sempre maggiore. Naturalmente, dopo la svolta relativa alle nuove misure della Bce, Conte ha valutato in modo positivo il maxi intervento, esprimendolo in poche ma eloquenti parole con un tweet: “L’Europa batte un colpo! Forte, sonoro, adeguato alla gravità dell’emergenza sanitaria che stiamo affrontando e dello shock economico che ne consegue. Bene la BCE..” L’Eurotower ha dunque deciso d’intervenire in modo molto più netto rispetto alle decisioni che il Board aveva reso note la scorsa settimana. E’ stata una mossa a sorpresa, dato che non si pensava ad un cambiamento così rilevante nel volgere di pochi giiorni. Si istituisce dunque ad hoc il “Pandemic Emergency Purchase Programme”, o PEPP, per aprire un varco più ampio in ambito di acquisti di asset, rispetto al piano varato la scorsa settimana, il quale prevedeva la messa in campo di 120 miliardi di euro, che i mercati non hanno ritenuto adeguati alla portata dell’emergenza in atto. Il piano prevede che gli acquisti proseguano per tutto il 2020, e riguarderanno tutte le categorie di titoli del settore pubblico e privato eleggibili, secondo il programma di acquisti in vigore. Persisteranno i criteri del capital key, ossia acquisti equilibrati in base al peso esercitato da ciascun Paese nel capitale Bce, ma in questo frangente non sarà una regola tassativa, il che vuol dire che gli acquisti si prefiggono di contenere lo spread in primis. Si acquisteranno sia titoli pubblici che privati, compresi quelli greci e i commercial papers, ossia prestiti a breve e cambiali che consentono a tante aziende di sopravvivere, ma che l’attuale condizione di crisi dovuta all’emergenza sta portando sulla red line del rischio. Tra le dichiarazioni della Bce anche l’intento di rivedere i limiti di acquisto dei bond, che non sono elastici, e proprio in considerazione di ciò, in questo momento delicato potrebbe essere un ostacolo per le misure che la Banca Centrale è tenuta a prendere in vista dell’adempimento degli obiettivi relativi al suo mandato. Secondo questa logica il Consiglio direttivo è pronto a rivedere tali limiti al fine di adeguarli agli interventi atti a contrastare i rischi. Il nuovo programma di acquisti si considererà valido fino a che il Consiglio stesso riterrà che la crisi da impatto covid-19 in atto rientrerà, e il sistema potrà fare a meno della nuova ‘terapia d’urto’. Tuttavia non è ipotizzabile che questo avvenga prima della fine del corrente anno. L’approvazione sulla vigorosa entrata in campo della Banca Centrale era scontata ovunque, tra i paesi dell’Eurozona. Non sono state propriamente le dichiarazioni di Lagarde in conferenza stampa la scorsa settimana, circa il ruolo della Bce nei riguardi dello spread – che pure hanno provocato un autentico sconquasso nei mercati finanziari – ma il deciso ringhio dello spread italiano ieri, con il micidiale balzo a 320 punti base, a portare il Board ad intervenire con un’azione decisamente più vigorosa. Lo spread è schizzato a causa del clima di estrema incertezza, che si riflette chiaro sul tenore delle contrattazioni nei mercati. Ha compiuto un balzo così preoccupante nonostante la Banca d’Italia stesse acquistando negli ultimi tempi Btp al massimo ritmo, in considerazione dei forti rischi che corre l’economia italiana, per la quale è previsto che il Pil, quest’anno, scivoli sotto zero, con un debito ancora più insidioso: al 150% del Pil. Già nella rilevazione di gennaio 2020, il debito pubblico del Paese ha messo in rilievo una crescita non di poco conto. Secondo i dati della Banca d’Italia, al 31 gennaio era risalito a quota 2.443 miliardi di euro, rispetto ai circa 2.409 della fine del 2019. Il massimo storico risale a luglio scorso, con un valore pari a 2.466 miliardi. Sul finire del 2028 il debito era pari a poco meno di 2.381 miliardi, ossia 134,8% del Pil. Attualmente i livelli raggiunti sono davvero critici. Ma purtroppo vi sono altre priorità in questo drammatico momento da tenere presente. Riguardo ai valori allarmanti che ha raggiunto lo spread in Italia negli ultimi giorni, c’è da considerare che con l’Europa in piena emergenza, causa assedio da coronavirus, non si respira ottimismo. Il differenziale soffre anche in Paesi solidi come la Francia. Non meno preoccupato il Governo tedesco; tutti i leader, soprattutto quelli dell’area euro, hanno auspicato interventi forti e decisi: la Bce non poteva più ignorare i rivolgimenti in atto. Negli Usa la Fed ha già provveduto con tutti gli strumenti in grado di riportare fiducia nei mercati, anche se Wall Street non avverte ancora il clima di stabilità necessario alla ripresa della fiducia.
