SLITTA IL FESTIVAL DI CANNES E GIÀ MI MANCA QUELLA SALA STAMPA

Slitta il festival di Cannes. Ora è ufficiale Tutti quelli che ci sono passati lo sanno. Un po’ quel posto, per due settimane, diventa casa. Quel posto è la sala stampa di Cannes, dove ti arrabatti per scrivere prima che puoi, dove guardi la luce, fuori dalle finestre, la luce così bella che fa il mare così blu, piano piano svanire. Dove guardi lo schermo con il red carpet per capire chi sta passando e mettercelo nel pezzo. Dove incontri i colleghi dell’anno prima, e di due anni prima, gli amici di Roma e quelli di Milano, ma anche quelli di Kiev e di Buenos Aires, il giornalista di Spalato e quella che viene dal Brasile ed è sempre così elegante, o la collega libanese. E poi aspetti di non farcela più e vai a chiedere un caffè, o un’aranciata San Pellegrino, che te le danno gratis certe hostess che sembrano venire da un altro mondo, mondo di perfezione glamour, mentre tu sei stravolto e trafelato e in corsa e stai cercando di battere parole come uno scalpellino picchia sul marmo. E loro invece lì, con la loro coda di cavallo e la camicia con un piccolo “orange” scritto da qualche parte. Ecco, Cannes è anche tutto questo, e mille altre cose. Che adesso già mi mancano, e credo manchino già a tanti giornalisti, appassionati di cinema, spettatori in tutto il mondo.