SE NE VA UN MONDO INTERO CON GIANNI MURA, GIORNALISTA

SE NE VA UN MONDO INTERO CON GIANNI MURA, GIORNALISTA

Non ci sarà ilTour de Francequest’anno, e pazienza, perché non ci sarà Gianni Mura a raccontarlo dalle pagine diRepubblica. È come dire: niente guerra di Troia, Achille resti pure in tenda, se ne è andato Omero. Gianni Mura è morto all’improvviso a 74 anni, e non ci leggerà più la palla di lardo a inizio campionato. Non scriverà più iCattivipensieridomenicali, dove si indignava da maestro per le storture dell’universo. Non farà più gli anagrammi, i giochi di parole, tutte quelle cose che in bellissimo italiano faceva per noi. A fine settembre, ho bevuto un caffè con lui – a Milano, all’aperto, pare un secolo fa – ai tavolini della Libreria Utopia. Abbiamo chiacchierato di politica e varia umanità, come possono fare un vecchioenfant du payse un imbattibilesuiveur. Mura aveva appena acquistato un libretto di Biagio Marin, il poeta di Grado che in dialetto mescola con trasparente leggerezza ”alelugia e deprofundi”. Oggi è un giorno di deprofundi, se ne va davvero un mondo, e dico a Mura quello che nei necrologi, memore dell’altro Gianni, scriveva sempre lui: che ti sia lieve la terra.