LA NOSTRA CASA, I NOSTRI AFFETTI, I NOSTRI LIBRI, LA NOSTRA FINESTRA, I NOSTRI ORIZZONTI

LA NOSTRA CASA, I NOSTRI AFFETTI, I NOSTRI LIBRI, LA NOSTRA FINESTRA, I NOSTRI ORIZZONTI

Non so quale intellettuale l’altro giorno parlava della riscoperta della propria casa, della proprie dimensioni, citando il libro di Maistre Xavier “Viaggio intorno alla mia camera”. Io, memore di uno dei tanti insegnamenti filosofici di mio padre, ne avevo già ordinato una vecchia copia Utet trovata su Ebay, perché trovarne una nuova e in italiano è praticamente impossibile. Evidentemente era uno strumento di riflessione abbandonato. E anche questo un po’ ce lo racconta di come almeno nell’ultimo paio di decenni tutto ciò che si rivolgeva al nostro interno fosse diventato desueto, a favore di una onnivora aggressione verso tutto ciò che sta fuori dei nostri pensieri. Ovvero la scomparsa dello spazio digestivo della mente: la meditazione. Che non è nemmeno quel che “a la page” in molti sono andati a cercare in lontane discipline orientali, essendo – non per tutti, certo – anche questo un consumo esterno di quel che in primis non riusciamo a trovare dentro noi. Ma è quello stato di concentrazione sul momento vissuto, su quel che tocchiamo, su quel che vediamo, su quello che ci accade, che ci ha portato al fiorire dell’arte, della poesia, delle grandi intuizioni scientifiche e del riconoscimento dell’altro in se stessi che è alla base dell’Umanesimo. Tutte cose “nostre”, radicate qui, in questo “nostro” Paese, vendute ancora oggi a peso di bilancia prima ai colti e poi ai turisti di tutto il mondo, ma che avevamo in gran parte smesso di produrre. Coniugo il verbo all’imperfetto con una speranza nel futuro e a dispetto del virus che fa strage. Perché se la Storia al dunque relega spesso in poche righe decenni in cui intere popolazioni hanno sofferto, anche questo momento confido che sarà al dunque un battito di ciglia. Ma soprattutto mi piace pensare che già oggi in molti possiamo riaprire gli occhi come in un risveglio e dirci: toh come vivevamo! E toccare quel che ci circonda come un ritrovare se stessi: la nostra camera, la nostra casa, i nostri affetti, i nostri libri, la nostra finestra, i nostri orizzonti. Buongiorno a tutti.