G20 E 0CSE, ORMAI E’ RECESSIONE GLOBALE: -2% DI PIL SU OGNI MESE DI LOCKDOWN

G20 E 0CSE, ORMAI E’ RECESSIONE GLOBALE: -2% DI PIL SU OGNI MESE DI LOCKDOWN

Si tratta di una conferma, di recessione globale se ne parla già dal mese di febbraio, prima con cauti timori, poi, con il drammatico espandersi dell’epidemia Covid-19, le perplessità sulla flessione della crescita globale è diventata una certezza. Secondo le affermazioni dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ogni mese di lockdown costerebbe due punti percentuali in termini di Pil. L’allarme arriva anche dalle ultime dichiarazioni del Segretario Anguel Gurria, secondo il quale è necessario che “i governi agiscano ora con una spesa adeguata sul fronte sanitario, ma con determinazione, per evitare conseguenze più serie nel sistema.” Secondo Gurria si deve agire in modo coordinato e con costi adeguati all’emergenza sanitaria, affinché le conseguenze del ‘day after’ siano meno tragiche di quelle che si prospettano.   Il Segretario dell’Ocse, considerata la grande diffusione dei contagi, ritiene che il rischio più insidioso riguardi l’aspetto umano che potrebbe presentare un quadro senza precedenti a livello mondiale: non è remota l’ipotesi, considerata l’evoluzione nella curva dei contagi, che il pianeta possa affrontare un’immane tragedia con milioni di morti, e un’Organizzazione sanitaria che pagherà un prezzo altissimo. Le stime dell’Ocse sono il riflesso di  uno scenario economico che presenta alti livelli d’incertezza sul futuro dell’economia globale: sulla base delle  ultime stime sarebbero tanti i settori colpiti dal lockdown. Esposte soprattutto le economie più forti, perché più assaltate dal coronavirus, e pertanto interessate dal rigore degli interventi governativi. “Uno dei settori più colpiti è il turismo, che registra una flessione pari a circa il 70% – sottolinea Gurria – e questi dati avranno sicure implicazioni nella crescita, i Paesi più esposti al rischio sono già sulla via della recessione.” La normalità potrà lentamente riprendere il suo corso solo quando lo stato di emergenza cesserà e le prospettive saranno più certe sul versante sanitario. Per il forte impatto, sanitario ed economico, che il Covid-19 sta causando ovunque nel mondo, è quindi necessario agire con tutti gli strumenti possibili, al fine di bloccare in primis lo sviluppo dei contagi, ripristinando quanto prima una situazione di normalità. Del resto è la constatazione di tutti gli Organismi economici internazionali. Gli economisti di Chateau de la Muette (sede dell’Ocse)  avevano comunque già espresso stime poco ottimistiche, prospettando l’evidenza di una recessione all’inizio del mese, tramite il capo-economista Laurence Boone, nel corso della presentazione dell’Outlook. Secondo le sue dichiarazioni il perno dell’azione più incisiva sono per ovvie ragioni i governi, ai quali spetta il compito di un intervento immediato ed efficace per il controllo dell’epidemia e il sostegno di imprese e famiglie. L’evoluzione dell’epidemia in Cina, e il lento ritorno ad una vita normale, dovrebbe essere una speranza concreta anche per gli altri paesi attualmente interessati dall’emergenza.  Occorre un’azione coordinata comune da parte dei Governi affinché si individuino strategie e sinergie per neutralizzare lo shock in un quadro d’emergenza senza precedenti. Si è parlato di emergenza Covid-19 anche al G20, e non potrebbe essere del resto  ignorato il subbuglio che la pandemia sta creando nel mondo. I leader presenti al summit hanno dichiarato in call conference che è “impellente una risposta trasparente, globale e forte, con un coordinamento solidale in grado di affrontare al meglio l’emergenza in atto. Fondamentale evitare blocchi nella circolazione delle merci, in un momento in cui sono vitali gli approvvigionamenti, soprattutto di beni di prima necessità.” ‘Whatever it takes’, il celebre moto di Mario Draghi, è diventato  l’assioma dei leader del G20, i quali,  in video conferenza il 26 marzo, hanno espresso la loro disponibilità ad usare ogni mezzo possibile per la lotta contro la pandemia, e rendere quindi minimi i danni economici e sociali derivanti dall’emergenza.  Tutti i leader sono concordi nel sostenere che è necessario entrare in azione per il rilancio della crescita e arginare l’impatto nell’economia globale. In questa circostanza il G20 ha annunciato che saranno utilizzati 5mila miliardi di dollari, da immettere nel sistema al fine di superare le ripercussioni di carattere economico e finanziario. Concordi tutti sulla necessità di agire in modo coordinato e con spirito di solidarietà, poiché è indispensabile un fronte comune. I danni dovrebbero essere condivisi, perché le grandi economie sono coinvolte in questo dramma, “è una minaccia comune” – infatti affermano.  Sono stati apprezzati dai leader del G20 gli interventi solleciti delle Banche Centrali, del FMI, e della Banca Mondiale, a sostegno dei Paesi più danneggiati dalla pandemia. Secondo il presidente della Cina, Xi Jinping si rende necessario anche un diverso approccio nella politica dei dazi, che ha causato non pochi problemi agli stati interessati, nonché insidie di carattere geopolitico. Intanto anche il FMI ha dichiarato che è pronto ad intervenire con mille miliardi di dollari al fine di sostenere i Paesi membri colpiti dall’impatto Covid-19. E’ la stessa rappresentante del Fondo a darne notizia, confermando lo stato di recessione, il quale, afferma, potrebbe anche essere più insidioso rispetto alla crisi esplosa nel 2008. E comunque, secondo la Georgieva, sarà difficile una ripresa prima del 2021, non remota l’ipotesi di una catena di default.