CRONACHE DAL FRONTE (17° PUNTATA)

CRONACHE DAL FRONTE (17° PUNTATA)

“C’era una volta…un virus con la corona”. Inizia così la favola deliziosa che la mia amica Maria Rosaria ha ideato, scritto e disegnato per i suoi 11 bambini della sezione Montessori della Casa dei Bambini “Pucciano” di Bisignano, in provincia di Cosenza. Sono bambini piccoli, dai 3 ai 5 anni, che di questa improvvisa e improvvida emergenza forse hanno capito ben poco, ma che di sicuro assorbono come spugne tutte le paure e le ansie che si stanno accumulando a casa, nelle loro famiglie. Vanno coccolati perciò e sostenuti anche loro, tanto meglio se con il linguaggio che capiscono meglio, quello delle favole. “In un Paese lontano, molto lontano, viveva un organismo piccolo, così piccolo che nessuno riusciva a vederlo. Il suo nome? Covid-19…” Continua così la favola di Maria Rosaria, ma non vado avanti nello spoiler perché non voglio privarvi del piacere di ascoltarla tutta, con le vostre orecchie, nel video che allego in basso. Vi dico solo che i bambini di Maria Rosaria si sono divertiti un sacco. Questi alcuni dei loro commenti.MATTEO: “Se questo virus è monello, perché porta una corona come un re?”.NICCOLO’, che in tv ha sentito che si parlava di Covid-19; “Mamma, mamma, è quello della favola della maestra”.SERENA, sul vaccino: “Magari ci fosse lo sciroppo TuttoPassa, così tutti guariscono e noi possiamo uscire”.MARIA FRANCESCA: “Sì, con lo sciroppo magico Covid 19 se ne tornerà nella sua casetta. E poi vivremo tutti felici e contenti”. Noi forse non ce ne rendiamo conto, ma l’allarmismo che circola – condito com’è con un’eccessiva retorica bellica – sarà magari inevitabile o addirittura motivante per gli adulti, ma non lo è e non può esserlo per i bambini. “Con loro – mi spiega Maria Rosaria – bisogna usare un linguaggio positivo. Anche ostinarsi a dipingere questo virus come un pericoloso mostriciattolo non va bene, perché alimenta i loro incubi”. “Il problema – aggiunge – è che non tutti i genitori se ne rendono conto”. Un’altra mia amica maestra, Silvia, che insegna ai bambini di una scuola elementare, a Bologna, ha scelto invece la strada del “diario”. Ha chiesto cioè ai suoi bambini di raccontare giorno per giorno quello che fanno a casa: “Scrivete come passate le vostre giornate, con chi siete, come vi sentite”. E ha poi aggiunto: “Non pensate che sia una banalità, qualcosa di poco importante. E’ bello se riusciamo a concentrarci sulle cose piccole della nostra quotidianità e a scriverne. E’ così che si riflette”. Non so come Checco, mio nipote, passi le sue giornate a casa. So però che continua a chiedere a sua madre, a suo nonno e a sua nonna se questa quarantena durerà fino a luglio. E’ una domanda interessata, perché il 10 luglio festeggerà il suo ottavo compleanno e non vuole certo farlo in casa. E alla mia domanda: “Di questo virus cosa ne pensi?” ha risposto di getto: “Io? Voi ci dovete pensare. Mi avete chiuso in casa e non mi avete spiegato nulla. Ho saputo tutto in ritardo”. P.S. In allegato il video della favola. E un grazie immenso a Maria Rosaria