GIAPPONE, l’IMPERO DEL “CHUTOHANPA”

GIAPPONE, l’IMPERO DEL “CHUTOHANPA”

Niente da fare, Tokyo, il Giappone, non si fermano. Un passo avanti (appello all’auto moderazione), due indietro: niente aumento dei tamponi e nessun provvedimento coercitivo. Ieri sera il premier Shinzo Abe ha ammesso che i contagi sono in aumento, che il numero dei tamponi (solo un centinaio al giorno, a Tokyo) è molto limitato e che un’esplosione improvvisa del contagio non si può escludere. Ma il Giappone è pronto: task force in tutte le prefetture, ospedali superattrezzati ed esercito pronto ad intervenire (e sarebbe la prima volta dal dopoguerra) per garantire l’ordine pubblico. Ma la situazione è ancora “under control” (stavolta non l’ha detto, ma evidentemente lo pensa): andiamo avanti così, accogliendo e rispettando i tre principi: stare a casa la sera e durante i week end, telelavoro (se possibile, e in Giappone di fatto non lo è per tutta una serie di motivi) ed evitare luoghi affollati e non ventilati. I treni, specie in certi orari viaggiano ancora strapieni: spalanchiamo i finestrini, così circola l’aria (ma anche il virus, pare). Del resto le frontiere oramai sono (quasi) chiuse: ingresso vietato a tutti gli europei, tutti gli altri vengono controllati in aeroporto e se trovati con la febbre invitati a farsi la quarantena. Peccato che ancora una volta il sistema abbia rivelato una grave falla: ieri una novantina di passeggeri provenienti dagli USA con un volo ANA (All Nippon Airways) sono stati fatti sbarcare senza alcun controllo. Insomma, classico “chutohanpa” (“alla carlona”). Abe ha parlato anche dei farmaci, quelli già in uso e quelli in fase di sperimentazione. Citando tra questi ultimi, assieme ad altri 3, l’oramai famoso Avigan. “Lo stiamo testando su alcune decine di pazienti. Se la sua efficacia verrà confermata, siamo pronti ad approvarne la somministrazione e ri-avviarne la produzione (attualmente in Giappone non è prodotto, lo è in Cina, sotto il nome di Favipiravir). Poi ha promesso – senza dare cifre – un vigoroso pacchetto a sostegno dell’economia, in particolare piccole e medie imprese, e alle famiglie. Le scuole (attualmente chiuse per le vacanze primaverili: dovrebbero riaprire il 9 aprile)? “Non abbiamo ancora deciso, lo faremo la prossima settimana, dopo aver ascoltato il parere degli esperti”. A questo punto, anche a noi non resta che aspettare: nella speranza che una volta tanto Shinzo Abe vinca la sua ennesima scommessa. In tutta sincerità, non ho ancora capito se noi la tempesta l’abbiamo scampata o se deve ancora arrivare. Nel frattempo ieri sera – sabato – siamo andati un po’ in giro per Tokyo, per vedere se l’appello al “jishiku” (auto-contenimento) della governatrice Koike era stato più o meno accolto dalla cittadinanza. Ni. Ginza, Shibuya, e Shinjuku, i quartieri dello “struscio” (e quant’altro….)serale erano meno affollati del solito, anche a causa di un tempo infame (pioggia battente e vento gelido), ma non è che fossero deserti, come potete vedere da questo servizio realizzato per Skytg24. Ad eccezione di Golden Gai, l’intrigante quartiere del “mizushobai” (“commercio dell’acqua”, o arte del bere, immortalato da Wim Wenders nel suo bellissimo “Tokyo Ga”), incastrato tra i grattacieli di Shinjuku. Mai visto, in oltre 40 anni che lo frequento più o meno assiduamente, così. Deserto fuori, senza le rumorose e spesso volgari comitive di “gaijin” a caccia di scorci pseudo-esotici, e (moderatamente) “pieno” dentro, nei suoi minuscoli e più tradizionali locali, dove sono i vecchi clienti, oltre alla “mama-san”, a decidere se un neofita può entrare. E sopratutto, tornare. Come è sempre stato e avrebbe dovuto continuare ad essere.