IL PARLAMENTO UNGHERESE CEDE I PIENI POTERI AD ORBÁN, È L’ANTICAMERA DI UNA DITTATURA

IL PARLAMENTO UNGHERESE CEDE I PIENI POTERI AD ORBÁN, È L’ANTICAMERA DI UNA DITTATURA

Una nuova pagina buia in Europa e la sottile flebile preoccupazione che i provvedimenti contro il Coronavirus siano il pretesto, l’anticamera di ben più gravi derive che potrebbero avvenire sotto il cielo del vecchio Continente, sembra diventare realtà.L’allarme adesso non è più tale, adesso l’Ungheria pare aver imboccato un sentiero dal quale appare difficile tornare indietro. Con la scusa della lotta all’emergenza coronavirus, libertà d’informazione, istituzioni e valori dello Stato di diritto definiti dai Trattati europei sono sospesi in Ungheria. Viktor Orbán, il premier, la figura di più alto profilo fra i nazionalisti ed i populisti europei ha ottenuto dal Parlamento ungherese i pieni poteri.Non si tratta solo di aver la possibilità di imporre norme più stringenti perché il premier ungherese è andato ben oltre toccando i punti più delicati per una democrazia che vuol dirsi tale anche in momenti estremi.Orbán ha su di se, adesso, dei poteri eccezionali senza limite di tempo come avevano richiesto le opposizioni.La cosa più devastante appare il cappio al sistema d’informazione che correrà il rischio ogni volta verrà diffusa la singola informazione non solo una censura ma la possibilità di veder ricadere su ogni notizia, su ogni giornalista una vera e propria accusa di diffondere notizie non conformi alle direttive di Orbàn.Pare che saranno accettate solo informazioni provenienti da fonte ufficiali sulla pandemia.Non solo chi sarà accusato dall’esecutivo di diffondere fake potenzialmente anche critiche alla gestione dell’allarme sanitario e al disastroso stato della sanità pubblica o ad altre decisioni del potere potrà essere condannato fino a 5 anni di reclusione. Immediate le reazioni delle opposizioni ungheresi che stanno cercando di far arrivare l’allarme agli organi di diritto internazionale per evidente violazioni delle regole democratiche pur nella complessità del momento.Fra i primi a prendere posizione l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani che ha espresso la preoccupazione più forte per la deriva ungherese. Lo stesso Consiglio d’Europa ha ammonito che “uno Stato d’emergenza illimitato e incondizionato non può garantire il rispetto di regole e valori della democrazia” mettendo così fine a molte chiacchiere che erano subito giunte in soccorso di Orbàn.Sentimenti di solidarietà e vicinanza da parte di quei movimenti e quei partiti da sempre continui ad Orbàn sparsi per il continente. Per contrastare tutto ciò numerose organizzazioni per la difesa della libertà di stampa e informazione hanno lanciato un’appello all’Unione europea chiedendo di opporsi in ogni modo ai poteri assoluti a Orbán.Ha risposto alle preoccupazioni, all’appello il commissario europeo per la Giustizia e lo Stato di diritto Didier Reynders:“La Commissione europea sta valutando le misure di emergenza adottate dagli Stati membri in relazione ai diritti fondamentali. In particolare per il caso della legge votata oggi in Ungheria sullo stato d’emergenza e le nuove sanzioni penali per la diffusione di informazioni false”.