ESPELLERE SUBITO L’UNGHERIA DEL DITTATORE ORBAN DALL’UNIONE EUROPEA

ESPELLERE SUBITO L’UNGHERIA DEL DITTATORE ORBAN DALL’UNIONE EUROPEA

Con la scusa dell’emergenza coronavirus, l’Ungheria è diventata di fatto una dittatura. Le chiedo: ja senso che resti nell’Unione Europea? E l’Italia, secondo lei,  rischia di finire di nuovo in  dittatura? Se questa Unione Europea fosse all’altezza del compito, dei sogni dei suoi padri fondatori, le direi categoricamente no. Che l’Ungheria  insomma venga subito espulsa dall’ Unione Europea. Tra l’altro non si può azzardare  nemmeno l’idea  che il virus della tirannia di Orban finisca per contagiare il resto dell’unione Europea. Ci sono già Paesi come la Repubblica Ceca e soprattutto la Polonia che rischiano di fare la stessa fine dei magiari, evitiamo dunque  che il contagio si trasformi in pandemia. I pieni poteri richiesti da Orban giorni fa con la scusa del coronavirus   e ottenuti a schiacciante maggioranza dal suo partito, Fidesz, sono in realtà una costituzione stracciata. Imprenditori che potranno fare sempre più il bello e il cattivo tempo licenziando i lavoratori, possibilità di sciogliere l’assemblea quando lo decide Orban, che governerà a colpi di decreti , senza più interpellare il parlamento,  elezioni che rischiano di non essere più tenute,  museruola alla stampa soggetta da tempo ad un organo di garanzia e controllo. Una riforma elettorale con un premio di maggioranza folle , e allora viva il proporzionale tutta la vita,  gli ha in poche parole  consegnato il Paese. Come vede ,ce n’è abbastanza per espellere l’Ungheria dall’Unione Europea. Ma Fedesz fa parte dei popolari europei, la stessa corrente della Merkel, e quindi nessuno a Bruxelles ha sbattuto finora  il pugno sul tavolo. Cosa che, per salvare almeno la faccia , l’Unione Europea dovrebbe fare oggi stesso. Non lo farà, probabilmente. e allora non resta che sperare nell’inchiesta del New York times sui fondi europei, Inchiesta  che potrebbe mettere a nudo certe storture di potere di Orban. Come riporta il quotidiano l’Avvenire  ‘L’accusa è di quelle pesanti: i miliardi della politica agricola comune (Pac) Ue finiscono ad arricchire amici e parenti di leader autoritari dell’Est Europa, a cominciare dal premier ungherese Viktor Orbán e quello ceco Andrej Babis con forme di «feudalesimo» per garantirsi il potere. Tanti soldi, perché ogni anno il bilancio Ue versa una sessantina di miliardi di euro in sussidi agricoli (58,82 miliardi nel 2018). L’accusa è in un lungo articolo delNew York Times,firmato dai giornalisti investigativi Salam Gebrekidan, Mat Apuzzo e Benjamin Novak. «In Ungheria e buona parte dell’Europa centrale e orientale – si legge – il grosso dei fondi finisce nelle tasche di poche persone potenti e ben connesse». Ecco, sulle frodi, l’Unione Europea è decisamente poco tollerante. Se l’inchiesta facesse emergere del  marcio, Orban non verrebbe salvato nemmeno dai suoi amici della destra liberale europea. Quanto all’Italia, mi limito ad allargare le braccia e a constatare solo un paio di cose. Il nostro Paese ha già vissuto una dittatura, quella di Mussolini, e gli esiti  sono stati semplicemente catastrofici. Dopo il fascismo abbiamo ricostruito dalle macerie e i pochi novantenni in vita ricorderanno perfettamente il dramma del dopoguerra. Secondo rilievo: facciamo già fatica a rispettare una giustissima  limitazione della libertà a tempo, per contenere il contagio del Virus . Figuriamoci se qualcuno chiedesse i pieni poteri per instaurare una nuova dittatura. Lo spernacchierebbero. La libertà è sacra, gentile signor Guzzo,  è in molti finalmente lo stanno capendo proprio in questi giorni. I molti che si sentono in carcere per frenare la diffusione del coronavirus sarebbero i primi ad organizzare una rivolta per ribellarsi alla tirannia. E chissà che gli ungheresi non stiano già pensando di farlo.