KOSOVO, GUERRA PER BANDE E NON AL VIRUS, CADE IL GOVERNO

KOSOVO, GUERRA PER BANDE E NON AL VIRUS, CADE IL GOVERNO

Lo stato d’emergenza non proclamato è il colpo finale di una crisi politica tra alleati che non si amano. La protesta dei balconi di Pristina contro l’intera classe dirigente che sta facendo naufragare i pochi risultati di una sofferta indipendenza. Le interferenze americane Virus killer ma la guerra è in casa. Elezioni sofferte tra i reduci della guerra contro i serbi e le nuove generazioni, un governo presieduto da un ex giovanotto ‘nazionalista di sinistra’ (che non si sa bene cosa voglia dire), il quarantenne Albin Kurti che cade dopo solo 51 giorni, inciampato sulle liti in casa con la sua alleata Isa Mustafa, mentre il coronavirus liberamente contagiava ed uccideva anche lì, in quel Kosovo liberato da Belgrado, ma non dalla politica semimalavitosa dei clan familistici di potere. «Così mentre dai balconi di tutto il mondo ci si stringe nella lotta contro la pandemia, da quelli di Pristina si levano le proteste contro una classe dirigente che per difendere i suoi interessi non si arresta neanche di fronte a una vera e propria emergenza sociale», scrive Alessandra  Briganti sul Manifesto… CONTINUA SU REMOCONTRO: