BUONGIORNO UN CORNO, VENERDI’ 3, ADESSO LA CASA …

BUONGIORNO UN CORNO, VENERDI’ 3, ADESSO LA CASA …

Questa rubrica nei giorni del Covid 19 scorre su due binari: fiducia al governo seguendo le indicazioni per fronteggiare la crisi, senza nascondere i problemi delle categorie che non sono state protette dal governo durante questa crisi. Oggi dobbiamo parlare di chi a causa della quarantena già non può pagare o non potrà pagare l’affitto e rischia dunque lo sfratto. Se ne è molto parlato ma alla fine nei provvedimenti dell’esecutivo non c’è ancora una risposta a questo problema e i sussidi momentaneamente previsti non bastano certo a coprire le spese di affitto di chi lavora senza protezione contrattuale e ormai da un mese già fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Una riflessione importante su questo punto va fatta: deliberare un sussidio per gli affitti non tutela soltanto gli inquilini ma anche i piccoli proprietari, coloro che riescono ad arrivare a fine mese integrando lo stipendio con questa piccola rendita oppure hanno soltanto questa entrata. Non tutti sono speculatori con centinaia di proprietà, le politiche sulla casa, sbagliate, degli ultimi decenni hanno reso il mattone l’unico bene rifugio per tante famiglie, c’è, per esempio chi con l’affitto della casa ereditata dai genitori si paga il mutuo della casa acquistata e ora rischia di perdere quanto versato e di non avere più neanche quell’entrata. Le rate del mutuo sono state sospese, gli affitti invece non trovano sostegno. Un primo intervento importante, per questo continuiamo a sostenere comunque le iniziative del governo, è stata la sospensione degli sfratti. La richiesta, partita dall’Unione Inquilini, è stata accolta nel decreto firmato dal Presidente del Consiglio il 18 marzo scorso, al termine di una lunga e dura trattativa tra le parti in causa. All’articolo 103 comma 6 leggiamo: “l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili, anche a uso abitativo, è sospesa fino al 30 giugno 2020.” Tre mesi di respiro ma non bastano a risolvere il problema. Va sottolineata però l’importanza del provvedimento, non era scontato, perché, come sottolinea il sindacato degli inquilini, antepone la salute dei cittadini alla rendita. Adesso però occorre un altro atto di coraggio, anche perché sappiamo che il periodo di chiusura forzata delle attività si protrarrà ben oltre il periodo pasquale e quindi per i prossimi mesi chi trae il suo guadagno dalle attività chiuse per salvaguardia sanitaria non potrà beneficiare di nessuna entrata. Non è un problema soltanto italiano naturalmente. Quasi due miliardi di persone nel mondo vivono in emergenza abitativa da prima del coronavirus. Esiste un’Alleanza Mondiale degli Abitanti, rete globale di organizzazioni popolari, che nei giorni scorsi ha lanciato una campagna per fare in modo che si crei mobilitazione locale e globale intorno a un problema che tocca la radice del modello economico di vita neo liberista, spietato con i deboli, pronto a premiare soltanto chi già ha e non sempre per meriti propri ma per eredità o speculazione.Qui trovate tutte le informazioni necessarie. L’Alleanza internazionale oltre a proporre iniziative, in questo momento storico così particolare, sottolinea un dato che deve essere al centro della discussione di tutti i governi: “I poveri e i senzatetto sono a massimo rischio per la diffusione del virus. Vivendo in molti casi nelle periferie, in spazi angusti, sovraffollati, spesso penalizzati nell’accesso a cure e a precauzioni sanitarie adeguate, non solo devono affrontare la lotta quotidiana per conservare o accedere alla casa, ora un’epidemia globale li mette in pericolo in modo sproporzionato”. Semplicemente una fotografia della realtà in cui viviamo tutti. Oltre al rischio che in seguito con il pretesto di bonificare le zone infettate dal coronavirus, come già avvenuto in passato per altre epidemie, con gli sfollamenti di persone dalle aree coinvolte aumentino gli sfratti e riparta una speculazione selvaggia post crisi per rilanciare l’economia e nuove costruzioni che escludano gli indigenti da quel poco che hanno. La richiesta ai governi è di rispettare gli obblighi legali derivanti dalla ratifica del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, un trattato delle Nazioni Unite entrato in vigore nel 1976. In particolare di attuare l’articolo 11 sul diritto alla casa e l’articolo 12 sul diritto alla tutela della salute, con politiche sanitarie, abitative ed urbanistiche pubbliche, basate sui diritti umani e dell’ambiente, non sul profitto. In questo quadro si colloca l’iniziativa italiana degli inquilini, che si rivolge a lavoratori e lavoratrici, autonomi, a tempo determinato in scadenza, atipici, partite iva, in nero, studenti e studentesse fuorisede, famiglie, coppie. Tutti coloro che non riusciranno a pagare gli affitti in questi mesi. Gli inquilini chiedono adesso al Governo di attivare un fondo per il contributo affitto straordinario rivolto a tutte queste categorie. Un fondo che l’Unione Inquilini valuta in 200 milioni di euro basato sulla possibilità di presentare domande on line con documentazione che attesti la situazione di riduzione economica a seguito dell’ emergenza sanitaria Covid 19, insieme al contratto registrato, con annessa la dichiarazione di morosità da parte del proprietario dell’abitazione a partire dal mese di marzo. Come si vede quindi una richiesta di grande civiltà che comprende sia le esigenze dell’inquilino che quelle del piccolo proprietario. Ci auguriamo che il governo voglia accogliere questa richiesta il cui costo economico per aiutare migliaia di famiglie in difficoltà è pari al costo di due inutili cacciabombardieri F35.