A PROPOSITO DEL VIRUS CHE ‘RIMANE NELL’ARIA PIÙ A LUNGO’
Mi sembra di capire a occhio che nessuno di voi novelli o aspiranti scienziati abbia letto – complice il paywall, e una dose di clickbaiting – il contenuto delpezzo che nel titolo parla di “virus che rimane nell’aria più a lungo” (nelle stanze chiuse, come ipotizza uno studio di dentisti britannici da cui è partito tutto), finendo per credere di esser finalmente al cospetto di uno scoop epocale: il corona plana, rotea, volteggia, se ne sta a mezzo metro di altezza di fronte al cancello di casa vostra, si fuma un paio di sigarette e attende che usciate per andare a fare la spesa per entrarvi nelle orecchie in picchiata, per giunta insultandovi. E invece se aveste letto tutto il pezzo avreste scoperto che non c’è nulla di nuovo, nessuno ha scoperto l’invisibilità, il virus si trasmette sempre attraverso particelle di saliva che vi arrivano appunto, banalmente, per via aerea (airborne). A differenza dei virus cognitivi che invece a quanto pare si trasmettono anche per via osmotica
