COSA ABBIAMO CAPITO FINO A ORA?
Chiudi la porta di casa, lasci lì ciò che eri senza saperlo, scoprirai solo dopo, e non si sa quanto dopo, che la persona che vi farà rientro non sarai più tu.Decreti che ti vietano di farvi ritorno, immagini di disperazione e morte che si affollano nella mente, distanze fisiche da tenere per sopravvivere a qualcosa che non vedi ma che è ben presente, espressioni celate dietro mascherine che rendono anonimi tutti i cittadini che si muovono solo per stretta necessità lungo strade deserte. Al risveglio un silenzio strano, qualcosa che crea un clima ovattato ma che ti fa percepire pesantemente che tutto questo è innaturale, che questo non è il silenzio che auspicavi quando il rumore di fondo interrompeva la concentrazione nel tuo scrivere. In quel rumore di fondo c’era la vita, ora invece c’è sgomento e smarrimento, ci sono domande senza risposta che aumentano ogni giorno, che non ti abbandonano neanche la notte.La notte sì, quella che hai sempre considerato magica perché dava spazio ai tuoi pensieri migliori, da tradurre in parole che sarebbero diventate emozioni.Ora quelle emozioni conducono solo in una direzione che non ti piace, che non volevi, che ti ha colto impreparata.Giorni pesanti in cui capisci che nulla sarà come prima, che prima di tornare a fare ciò che tanto amavi dovrà trascorrere tanto tempo, troppo tempo.E così pensi a ciò che solitamente in questa stagione facevi, pensi alle «spedizioni»nei borghi che tanto ami, per catturare quelle immagini, con la giusta luce, con l’idea giusta che ne esaltava i risultati, pensi a quei tanti passi, in cui a farti compagnia c’era solo il rumore dell’otturatore della tua macchina fotografica, quella che accompagna la tua sete di bellezza e vita. Fotografie che donano il proseguimento di tutto ciò che vedi, respiri, cogli, e che, ogni qualvolta né avrai bisogno, ti aiuteranno a dissetarti a quella fonte preziosa per il proseguimento della tua esistenza.Pensi che a quest’ora, solo pochi mesi fa stavi decidendo ed organizzando la tua vacanza estiva, quella che ti dava la possibilità di tornare a riabbracciare il tuo mare, quello che porti negli occhi e che oggi appare burrascoso, arrabbiato, deluso.Lui lo sa che non gli farai compagnia, tu sai quanto ti mancherà dover rinunciare ai vostri dialoghi, a quelle nuotate tra le sue braccia, a quelle vele dispiegate nel vento che emettono quel particolare rumore che sa di libertà.Si cerca consolazione in quei ricordi che abbracci stretti stretti e che ritorneranno se tutti facciamo la nostra parte, se tutti comprendiamo quanto sia importante, se tutti non ci diamo per vinti.Si cercano e si ritrovano anche senza cercarli quei sorrisi, quei contatti in cui si è inciampati quasi per caso ma a cui dobbiamo il nostro essere diventati migliori, grazie a quelle parole, a quelle esperienze, a quei sorrisi che hanno riempito i nostri giorni.E così, i giorni si dilatano, casa tua è sempre lì, ma distante da te. Il tuo giardino che si stava già riempendo di fiori, ora starà donando uno spettacolo magnifico a cui tu però, non puoi assistere.Il cibo appeso all’oleandro per gli uccelli che nidificano sui suoi rami ogni anno, li starà sfamando.I gatti randagi, quelli a cui qualcuno ha finto di volere bene e poi ha abbonato, quelli a cui tutti i giorni dispensi croccantini, non troveranno più le ciotole riempite e dovranno tornare a fare da soli.Un mondo che si colora di azzurro che non è quello del cielo ma quello delle mascherine che innalzano barriere difensive ma al contempo ci privano di relazioni. Le sirene delle ambulanze sono diventate le colonne sonore senza tempo dei nostri giorni.Gli alberi stanno fiorendo e ci comunicano che la natura non si arresta, che si prende i suoi spazi, che quelli ingabbiati adesso siamo noi.Ma noi, cosa abbiamo capito fino a ora? Abbiamo capito che dobbiamo smetterla di vivere come fossimo i padroni del mondo, quando il mondo padroni non ha?Abbiamo capito di essere solo i suoi abitanti e che se continueremo a non averne cura, lui troverà il modo per punirci nuovamente?Abbiamo capito che non si deve cavalcare la salute altrui per pavoneggiarsi come se il resto del mondo fosse cretino e chi ha le soluzioni giuste, siano solo un manipolo di sconsiderati arrivisti?Abbiamo capito che fare buona politica vuol dire far vivere meglio i contribuenti spesso spremuti come limoni da tasse varie, salvo poi giustificare le malefatte di chi questi contributi li destina a tutto tranne che agli investimenti promessi?Abbiamo capito che l’ambiente è vita, che parte tutto da lì, che non dobbiamo sporcare ovunque, che far star bene la terra equivale a far stare bene tutti noi?Abbiamo capito l’importanza della sanità e delle eccellenze italiane a cui non diamo possibilità di impiego e costringiamo a fuggire all’estero per poter operare?Abbiamo capito quanto di fronte alla salute, il business, il profitto, la corsa verso il bieco capitalismo a nulla servono, se poi la stessa salute manca?Abbiamo capito che la nostra vita «Dopo», non durerà molto se continueremo a viverla come facevamo «Prima»?.Circolano foto che fanno tenerezza in cui possiamo vedere momenti di vita quotidiana in cui gli animali sono diventati i cittadini delle nostre strade, perché non ci temono più, perché non le sporchiamo, perché non le riempiamo di sporcizia e smog e frastornanti rumori.Ma circolano anche immagini come questa, in cui si vede la fine che fanno le mascherine usate.Le usiamo per prottegerci, per proteggere e poi aggrediamo chi ci protegge, chi ci dona cibo, chi ci fa respirare iodio, chi ci accoglie tra le sue onde riattivando la nostra circolazione sanguigna, chi rende la nostra pelle migliore.Ecco: davvero cosa abbiamo capito?Cosa siamo disposti a fare per smettere di morire senza prima uccidere chi ci fa del bene?Io, non ho risposte, io so che per rispondere non esiste modo migliore che rispettare le regole che ci invitano a stare a casa.So che se possiamo essere utili ai più deboli, agli anziani, alla preziosa generazione che stiamo perdendo ma che tanto ci ha dato e che dobbiamo farlo.So che la generosità emerge anche da questi giorni di timore, che trova il modo di arrivare a destinazione e lo trova sempre, nonostante tutto, nonostante il virus, nonostante le lacrime di giorni bui.So che la politica deve smetterla di usare vite che non gli appartengono per coprire la sua inadeguatezza, il suo essere deludente e corrotta, solo per darsi un tono, perché nel mezzo ci stiamo noi: cittadini onesti e fiduciosi che hanno tutto il diritto di continuare a vivere un’esistenza definita «normale»ma dal sapore speciale.Ho chiuso quella porta, ormai un mese e mezzo fa, ho lasciato lì ciò che ero, sto lottando come voi per tenere distante da me e dalle persone a cui voglio bene, questo nemico invisibile, che quando si mostra è perché ti sta distruggendo.Ho lasciato ciò che ero per scoprire che corrisponde esattamente a ciò che sono.L’unica cosa che spero è di poter tornare a vivere, perché sopravvivere non è il massimo e che per farlo c’è bisogno che anche i recidivi capiscano…Ma io sono fiduciosa, io so che le chiacchiere e le assurde promesse non irretiranno chi davanti a situazioni pesanti come questa, in cui c’è in gioco la vita, non potrà dimenticarsi di chi tanto poteva e poco ha invece fatto.
