L’INCARICO ALLA CASELLATI CERTIFICHERA’ L’IMPOSSIBILITA’ DELL’ALLEANZA SALVINI-DI MAIO

L’INCARICO ALLA CASELLATI CERTIFICHERA’ L’IMPOSSIBILITA’ DELL’ALLEANZA SALVINI-DI MAIO

Ieri mattina, come previsto, il presidente della repubblica ha incaricato la presidente del senato, Elisabetta Casellati, di consultare i leader del Movimento 5 stelle e quelli della coalizione di centrodestra, e di verificare la possibilità che si dia vita a un governo centrodestra-M5S. La Casellati s’è messa subito al lavoro, ricevendo a Palazzo Giustiniani, nell’ordine, Di Maio con i suoi due capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli, poi Giorgetti e Centinaio, capigruppo della Lega (Salvini aveva un impegno a Catania e non si è presentato), quindi Berlusconi con le sue due capegruppo Gelmini e Bernini e infine Fratelli d’Italia, cioè la Meloni con Fabio Rampelli e Guido Crosetto. •Risultato?Un niente di fatto, si direbbe, per ora. Ma è possibile che oggi si svolga un secondo tour di colloqui, ai quali stavolta sarà presente, per la Lega, anche Salvini. Forse, in mezzo alle prevedibili frasi di ieri, è stato detto qualcosa che non sappiamo a cui magari la presidente può aggrapparsi per tentare una qualche ricucitura. Certo, se si sta alle dichiarazioni rese da ciascuno all’uscita, sembrerebbe che la Casellati farebbe meglio a salire subito al Quirinale e riferire che un governo centrodestra-cinque stelle, allo stato, non è possibile.• Perché, che hanno detto?Di Maio, che ha chiesto alla Casellati il permesso di darle del tu («ma ti prego, altrimenti mi sentirei vecchissima»), ha ribadito che il centrodestra è un’ammucchiata divisa al suo interno – controprova: si sono presentati a questa consultazione in ordine sparso e non tutti insieme – e che il veto su Berlusconi permane. La metafora dell’ammucchiara serve per far risaltare il proprio primo posto tra i partiti e il presunto diritto, per questo, di ottenere Palazzo Chigi. Quelli della Lega hanno ribadito che loro hanno dato tutta la loro disponibilità, e che sarebbe ora che anche Di Maio facesse mostra di maggiore umiltà. Salvini dalla Sicilia ha twittato: «Noi possiamo far tutto, ma non un governo con il Pd». Berlusconi ha poi negato il concetto di «ammucchiata» su cui aveva insistito Di Maio. Con la Lega e con i politici che adesso si trovano in Fratelli d’Italia siamo insieme da tanti anni, ha detto, non solo nei governi, ma anche in tante amministrazioni regionali, provinciali, comunali. Non c’è nessuna divisione e, da parte nostra, nessun veto. Meloni, infine, ha ricordato che Fratelli d’Italia pretende solo che la presidenza del consiglio sia affidata a un esponente del centro-destra, e cioè a Salvini, e ha ricordato che quasi la metà degli eletti del centro-destra sono usciti fuori dal voto del maggioritario, cioè sono stati scelti dagli elettori, uniti, di Lega, Fi e Fli. Non è dunque il caso di parlare di ammucchiate. •Bene, e adesso?Stasera o domani Casellati scioglierà la riserva. Poi staremo a vedere. •Ma c’era bisogno di questo arzigogolo istituzionale? Mattarella non aveva già capito, da sé, che il Di Maio che vuole Palazzo Chigi e il Salvini che si rifiuta di mollare Berlusconi non potevano sposarsi?Credo che il presidente volesse certificare l’impossibilità di un esecutivo centrodestra-M5s. Il mandato affidato alla Casellati è strano: non di verificare la possibilità di costruire una qualunque maggioranza, ma proprio l’analisi delle chance di un matrimonio tra i grillini e il centro-destra. Sciolta negativamente la riserva, gli attori di questa fase non avranno praticamente più diritto di parola, almeno per un po’. •Suppongo che il presidente, a questo punto, darà l’incarico per la formazione di un governo cinquestelle-Pd.Più probabilmente sceglierà un secondo esploratore – e si ipotizza che il nome più probabile sia quello del presidente della Camera, Roberto Fico – per un’analisi speculare a quella che si sta concludendo: verificare la possibilità di un governo sostenuto da quelli di Di Maio e da quelli di Martina. Poca o nessuna speranza anche qui: i dem anche ieri hanno ribadito, con una sequenza di dichiarazioni, che non hanno nessuna intenzione di schiodarsi dall’opposizione. Se questo è vero, l’ipotetico Roberto Fico, o chi per lui, scioglierà negativamente la sua riserva intorno a martedì. Mattarella a quel punto avrà campo libero per un uomo al disopra dei partiti e a suo modo indiscutibile. Qualcuno come Carlo Cottarelli o Sabino Cassese. Costui dovrebbe ricevere un incarico pieno, senza discutere né con questi né con quelli, andare rapidamente in parlamento e farsi, eventualmente, bocciare. Non saremmo ancora al 1° maggio e a quel punto nessuno potrebbe rimproverare al presidente della repubblica lo scioglimento delle camere e il ritorno alle urne per la fine di giugno. Cioè, volevo dirle: forse la notizia è che il 24 giugno voteremo di nuovo