UN PAPA IMMENSO FA SCENDERE LA BENEDIZIONE DI DIO SUL MONDO MALATO
E’ una immagine che entrerà nei libri di storia. Papa Francesco, che sale le scale del sagrato con passo incerto e lo sguardo preoccupato. E in quei gesti misurati ma non calcolati, di certo di forte impatto emotivo, è come se il Santo Padre si prendesse sulle spalle i destini del Mondo. Lo fa in una Roma deserta, fredda, piovosa, con i colori e le atmosfere che assomigliano a Blade Runner e non alla Primavera appena arrivata nella Capitale d’Italia, ferita dal Coronavirus, nel pieno della tempesta che tutto il pianeta sta affrontando contro un nemico invisibile. Nel silenzio di una Piazza San Pietro vuota, nel silenzio squarciato solo dalle sirene delle ambulanze e dal rumore dei gabbiani, è come se fosse improvvisamente scesa la sera in tutto il mondo. Una sera triste, che disorienta e lascia annichiliti. Lo dice anche il santo Padre, in un passaggio della sua omelia, che per mesi e mesi andrebbe ascoltata e riascoltata da tutti, credenti e non. Perchè il più grande Papa della storia di Santa Romana Chiesa, un Papa immenso, squarcia finalmente il velo dell’ipocrisia che ha accompagnato la società dell’ultimo trentennio. ‘Una società avida di guadagno, la nostra. Ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, Dio, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Sani in un mondo malato. E tutta qui la fotografia di una società impazzita, sbagliata, cinica. Schifosa. E nel girone infernale della spazzatura umana, ci potrebbero finire in molti: gli avidi, gli ipocriti, le multinazioni che evadono le tasse e l’industria delle armi, che si prepara ogni giorno ad una nuova guerra. Dentro ci sono i politici senza etica e gli sciacalli del mondo della finanza o la criminalità organizzata con i suoi sporchi affari. E poi ci sono gli egoisti e gli anaffettivi, i menefreghisti che pensano solo a come schiacciare il prossimo, e quei dirigenti venduti il cui unico obiettivo è fare soldi, scalando i vertici del potere con tutti i mezzi possibili, anche quelli più illeciti. Ci sono dentro a questo girone infernale anche quegli uomini e quelle donne che si venderebbero per un piatto di lenticchie e per far carriera, sgomitano, e vivono in maniera disonesta e senza etica.. E ci sono anche gli odiatori di professione che istigano costantemente ad una guerra tra poveri. Dividi et impera, come dicevano i latini, per annientare la democrazia e la solidarietà tra le persone. Odio, miseria umana, mancanza di valori, avidità. Tutti i mali del mondo. Che hanno preso il sopravvento, su chi in certi valori ci crede ancora. Su chi continua ad amare il prossimo e a comportarsi bene. E’ a loro che Papa Francesco rivolge un altro passaggio della sua omelia ‘In questi giorni, dice, possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermieri e infermiere, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo’. No, nessuno si salva da solo. Ha ragione Papa Francesco. Siamo ad un bivio della nostra società, come ripete il Santo Padre. “E’ il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è’. Possiamo autodistruggerci, dunque, continuando a seminare escrementi in un mondo sempre più marcio ed egoista. O al contrario possiamo cambiare atteggiamento, tutti quanti, un istante prima della fine . Possiamo tornare insomma ad essere comunità, senza distinzioni di razza, religione, ceto sociale. Tornare ad essere fratelli, ad amarci , a dare il giusto valore alle cose, stravolgendo finalmente la nostra scala di valori , basata oggi sulla cartapesta di gesti inutili, oltreche dannosi. Oppure possiamo decidere che il coronavirus sia solo la prova generale della fine del mondo e tirare dritto come se niente fosse , continuando ad imbrogliare, odiare, farsi corrompere, vivendo con idiota superficialità . Cambiare o morire, quindi. Sta a noi decidere. E dobbiamo farlo in fretta.
