CORONAVIRUS, TREND IN DISCESA. LA MAGISTRATURA INDAGA E L’ITALIA È OUT PER I MIGRANTI
Si conferma in discesa il trend epidemiologico. Dai dati della Protezione civile, sono 95.262 le persone sottoposte al test e attualmente positive al virus, (aumentate di 1.195 unità rispetto a ieri). Di queste, 3792 sono in terapia intensiva, 99 in meno rispetto a ieri. I morti sono 17669 (542 in più nelle ultime 24 ore), 26.491 sono invece le persone guarite o dimesse dagli ospedali (2.099 in più rispetto a ieri). Le persone che hanno contratto il virus dall’inizio dell’epidemia sono 139.422. Aperta dalla procura di Bergamo un’indagine a carico di ignoti per epidemia colposa. La procuratrice Maria Cristina Rota ha annunciato l’intenzione di creare un pool di pubblici ministeri per occuparsi di “tutta l’attività di indagine che riguarda l’epidemia di Coronavirus nella Bergamasca”. Gli inquirenti indagano su eventuali errori nella gestione dei primi casi di coronavirus nell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo, Comune divenuto poi uno dei peggiori epicentri dell’epidemia. Per far luce sulla vicenda, i carabinieri del Nas hanno acquisto le cartelle cliniche dei pazienti deceduti e risultati positivi al Sars-Cov-2 del nosocomio, dove era stato ricoverato il primo morto positivo al coronavirus del Bergamasco. A Vercelli, intanto, la procura ha aperto un’indagine per accertare eventuali responsabilità sull’elevato numero di decessi in una casa di riposo. Nelle ultime tre settimane, 38 persone sono morte e metà degli 84 pazienti è risultata positiva al coronavirus. In un decreto firmato da quattro ministeri (Esteri, Infrastrutture, Interni e Salute) è stato deciso che l’Italia, finché durerà l’emergenza Covid-19, non è da considerarsi un porto sicuro per i migranti soccorsi da navi militari e civili straniere. La decisione è arrivata a poche ore dalle operazioni di soccorso della nave ong Alan Kurdi, su cui adesso viaggiano 150 persone tratte in salvo nel Mediterraneo e in attesa di un Paese che li accolga. Su richiesta del ministero dell’Interno, il Consiglio di Stato ha annullato l’ordinanza del sindaco di Messina, Cateno De Luca, che imponeva a chi entrava in Sicilia attraverso il Porto di Messina di registrasi con 48 ore di anticipo. Dura la critica del primo cittadino che si è presentato al porto per fare i controlli: “E’ partito l’iter ministeriale per farmi fuori?”.
