PATRIZIA COLOSIO – BRESCIA: NON CI INSEGNERANNO A MORIRE SOLI NELLE NOSTRE CASE

PATRIZIA COLOSIO – BRESCIA: NON CI INSEGNERANNO A MORIRE SOLI NELLE NOSTRE CASE

Intervista di Argiris Panagopoulos, pubblica sull’edizione digitale del quotidiano di SYRIZA “Avgi”, domenica 5 marzo 2020. “Le persone si ammalano e muoiono sole a Brescia. Siamo arrivati ​​al punto che passano dalle case per raccogliere le salme. Allo stesso tempo continuano a tenere chiusi gli ospedali. Inizialmente abbiamo dovuto inviare i malati in Germania, perché la Regione del Veneto, guidata dalla Lega si rifiutava di trattarli. A Brescia, il numero di contagiati e dei casi asintomatici raggiunge le 190.000 persone, uno su sei, mentre il bilancio delle vittime è alto avendo superato 2.800, ma devono essercene di più perché non vengono eseguiti molti test e molti morti non sono inclusi nel numero di vittime per coronavirus”, ha detto ad “Avgi” Patrizia Colosio, insegnante a Brescia in Lombardia, sindacalista della CGIL, anima del movimento lesbico, membro fondatore dell’associazione “Pianeta Viola” e attivista del movimento ambientalista. Durante il periodo della crisi economica greca, Colosio è stata una delle anime più attive nel portare avanti le iniziative a sostegno del popolo greco a Brescia ed è stata una dei membri fondatori de “L’Altra Europa con Tsipras”.In occasione delle elezioni europee del 2019 ci siamo incontrati di nuovo con Patrizia, perché faceva la presentazione di un’iniziativa pre-elettorale che abbiamo tenuto a Brescia, nella grande sala del più grande sindacato italiano, la CGIL. Dovevo intervenire con Luciana Castellina e con altri candidati.Patrizia aveva portato con sé la bandiera de “L’Altra Europa con Tsipras” e quando ha iniziato la presentazione mi ha preso la mano, dicendo emozionata di fronte a tutti che SYRIZA è la sua famiglia politica, per ricevere il caloroso applauso del pubblico. -Come è la situazione a Brescia, che insieme a Bergamo è la città più colpita dalla pandemia?A Brescia, una delle città più ricche d’Italia, le persone sono state lasciate sole nelle loro case ad affrontare il coronavirus e la morte. Non possiamo nemmeno fare una telefonata a un medico, perché molti di loro sono stati infettati dal virus. Possiamo semplicemente registrare la disperazione dei nostri parenti e amici che hanno persone contagiate nelle loro case e non hanno alcun aiuto. Le persone che hanno la febbre a 39 gradi e oltre non possono parlare con un medico, con il pronto soccorso, con un’ infermiere. Nessuno.Una mia cara amica ha telefonato al suo medico di famiglia perché aveva suo padre con la febbre a 39 gradi. Gli ha risposto un altro medico, perché il suo era contagiato dal coronavirus. L’altro medico le ha detto che non riusciva ad aiutare neanche i suoi pazienti. Quindi furono lasciati soli e senza alcun aiuto. Questa, sfortunatamente, è la regola. A Brescia, una delle città più industrializzate d’Europa, non puoi nemmeno chiamare al telefono per avere un sostegno.Il problema è cosa si può fare con il coronavirus? Sfortunatamente, sin dall’inizio non hanno cercato di affrontare il problema sul terreno, a livello locale e hanno raccolto tutti i casi negli ospedali, con il risultato che gli ospedali sono diventati i maggiori focolari del virus, eliminando gran parte del personale sanitario dalla lotta all’epidemia.La Regione, che è amministrata da decenni dalla destra e dalla Lega, ha chiesto ai direttori delle case di cura della nostra zona di ospitare contagiati con lievi sintomi di coronavirus nelle case di cura! Hanno anche emesso una circolare. Volevano mettere il virus tra gli anziani, ignorando il pericolo per gli anziani e il personale che si prende cura di loro e dei loro parenti. Allora come possiamo chiederci perché succede quello che succede nelle case di riposo. Fortunatamente, la direttore delle casa di cura della nostra zona ha rifiutato di mettere un fiammifero nel pagliaio e causare vittime innocenti.In Lombardia, il Governatore Regionale della Lega ha rifiutato persino di creare un comitato scientifico di esperti per offrire il suo aiuto.L’altro ieri presso gli Spedali Civili di Brescia, hanno inaugurato un reparto di accoglienza esclusivamente di casi di coronavirus, senza informare nessuno presso il Ministero della Sanità e altre autorità competenti. Il ministro della Sanità Speranza ha reagito immediatamente, sottolineando che non possiamo aprire dipartimenti o reparti ospedalieri specifici per i contagiati dal coronavirus perché era pericoloso per gli altri pazienti, sottolineando che le sue indicazioni erano di creare strutture ospedaliere per il coronavirus altrove. Anche il giornale locale della Chiesa cattolica ha denunciato questa politica della Regione. Nella provincia di Brescia abbiamo 30 persone responsabili di tutte le nostre strutture sanitarie. Alloro 24 di questi 30 sono della Lega. Per questo motivo, Salvini ha cercato di far passare al Senato un emendamento che escludeva i politici dalle loro responsabilità di fronte alla pandemia e le lanciava al personale sanitario. Salvini e la sua Lega sono davvero degli sciacalli che non si fermano di fronte a nulla. La rivolta dei sindacati e in particolare del settore sanitario, ma anche di altri settori e partiti, ha impedito che questo famigerato emendamento venisse discusso e messo ai voti. Sono incompetenti, inutili e pericolosi e non hanno il minimo senso comune e di umiltà di fronte a questa catastrofe.Hanno inaugurato alla Fiera di Milano, spendendo l’enorme cifra di 50 milioni di euro per costruire 25 unità di terapia intensiva, e lo hanno presentato come un grande risultato quando hanno detto che avrebbero costruito 500 posti in dieci giorni. Chi stanno prendendo in giro? A soli 20 chilometri di distanza a Legnano, da due anni stanno tenendo chiuso un ospedale per le loro privatizzazioni e i tagli alla sanità. Un intero ospedale che potrebbe coprire una vasta area in questi tempi difficili. I sindacati del settore sanitario avevano inizialmente proposto di riaprire l’Ospedale di Legnano e tutte le strutture che erano state chiuse nel corso degli anni, ma è stato rifiutato categoricamente. Abbiamo chiuso gli ospedali e le persone si ammalano e muoiono senza il minimo aiuto. Brescia inizialmente ha inviato 50 casi a Lipsia, in Germania, sebbene nella vicina Regione del Veneto, anch’essa controllata dalla Lega, fosse disponibile il 70% dei posti di terapia intensiva. La Regione del Veneto si è rifiutata di prendere cura dei casi lombardi e così i 50 pazienti che potevano arrivare in mezz’ora all’ospedale di Verona sono stati trasferiti a Lipsia, in Germania. Questo è il modello della sanità e della solidarietà per la Lega. Questa è la sanità pubblica e universale in un stato unitario? Perché si permettono di fare queste politiche disumane? Ci stanno avvelenando da anni con la diossina, i rifiuti industriali e l’inquinamento e ora con il coronavirus ci stanno lasciando completamente indifesi e senza nessun aiuto. Perché Brescia e la vicina Bergamo sono diventate una grande ecatombe. -Cosa fanno i comuni?Il sindaco di Brescia, Del Bono, che è del Partito democratico, e altri sei sindaci hanno chiesto aiuto perché non abbiamo niente, nemmeno le semplici maschere protettive. La Regione ci ha lasciati soli. Tanti medici di famiglia si sono ammalati perché hanno cercato di fare un lavoro enorme per i loro simili senza nemmeno una maschera.Hanno commesso il tragico errore di continuare le feste agricole locali sia per il santo patrono di Brescia sia per le dozzine di feste locali nelle ricche aree rurali della nostra pianura, nella Bassa Bresciana, con il risultato che il virus ha trovato terreno un fertile per il contagio, come a Montichiari e Orzinuovi. Oggi i maggiori focolai si trovano nei paesi che hanno fatto le feste agricole e dove ci sono unità industriali. -Perché non hanno chiuso le attività produttive?È scandaloso, perché ci sono ancora fabbriche che non appartengono alle attività necessarie e continuano a funzionare perché appartengono al settore siderurgico e dicono che sono di importanza strategica. La Confindustria ha una grande responsabilità nella diffusione del virus, perché anche oggi l’industria spinge i lavoratori ad andare a lavorare. La Regione sostiene la Confindustria, ma incolpa il governo centrale di non aver interrotto la produzione. Gli industriali ricattano i lavoratori che se interrompono la produzione, gli ordini andranno persi e il giorno dopo saranno disoccupati.Come è possibile che continuino a lavorare in Piemonte e in Sardegna negli stabilimenti che producono accessori e materiali per gli F-35 e le bombe? Le industrie belliche stanno ancora lavorando febbrilmente. In Sardegna, hanno persino raddoppiato la produzione di bombe, mentre le persone muoiono perché non hanno macchinari di respirazione assistita. In questi giorni hanno comprato due sottomarini per 1,5 miliardi di cui abbiamo veramente bisogno? Dobbiamo salvare la nostra gente o fare e vendere bombe?La Rana, che produce pasta e altri prodotti alimentari, ha chiesto ai lavoratori di continuare a lavorare, ha dato loro 400 euro per la babysitter e ha dato ulteriore protezione assicurativa ai lavoratori. Questo uno lo può capire. Gli F-35, le bombe e i sottomarini, no. Ora sono in sciopero anche nella logistica, perché i lavoratori non hanno ne sicurezza e ne protezione. Oggi, tutto è ordinato via Internet, ma se non proteggi chi ti porta le cose a casa, diffondi ancora di più il virus. -Che succede fuori nelle strade?Il silenzio assoluto. Ci solo campane che suonano a lutto. Adesso si sono fermati anche perché i funerali sono stati proibiti. Piano piano vediamo solo queste terrificanti processioni di auto militari che trasportano le barre ai crematori in altre città, perché ce ne sono così tante. È tragico che la tua gente se ne va, che non puoi stringere la mano all’ultimo minuto e stare accanto ai tuoi cari e dopo pochi giorni ti portano le ceneri. Queste persone sono scomparse al nulla? All’inizio tutti si sentono soli perché non c’è assistenza medica. Dopo ti senti ancora più solo perché hai perso il tuo parente e amico. Le persone vivono in grande disperazione e dolore. Muoiono impotenti e poi ti portano le ceneri. Questa è la nostra realtà e non puoi descriverla senza lacrime e senza arrabbiarti.Nella provincia di Brescia ormai da una settimana, hanno creato tre unità che girano da una casa all’altra per raccogliere le salme, nell’area di Brescia, Montechiari e Orzinuovi.