L’ ORO SPORCO DELLA MONNEZZA CONTRO LA CIVILTÀ DELL’AMORE.

L’ ORO SPORCO DELLA MONNEZZA CONTRO LA CIVILTÀ DELL’AMORE.

( Articolo apparso su “Avvenire” sabato 16 dicembre 2017) Sono criminali e come tali vanno trattati. I “negazionisti” e i “minimalisti” interessati, che da sempre si danno da fare per distrarre l’ opinione pubblica, depistare le indagini, tentare di gettare fango su chi tiene accesa la fiammella dell’ impegno sul traffico dei rifiuti industriali, adesso farebbero bene a tacere e chiedere perdono. Ai bambini, innanzitutto. Perché sono e saranno sempre loro a subire, più di tutti noi e senza colpa alcuna, le conseguenze di queste azioni devastanti e disumane. «Ci mancavano anche i bambini che vanno all’ospedale. Che muoiano i bambini, non mi importa dei bambini che si sentono male, io li scaricherei in mezzo alla strada i rifiuti », dice il tizio dall’ accento toscano al suo complice al telefono. Spaventoso. Ignari di essere intercettati, i due parlano con grande libertà, mettendo fuori il peggio che può albergare in un essere umano. Da figuri di questa risma l’ Italia che cosa si può aspettare? Che rispettino le leggi? A loro non importa nemmeno che i bambini potrebbero ammalarsi e morire avvelenati, a loro importa solo fare soldi; tanti, tanti soldi. Aveva ragione Nunzio Perrella, il pentito della camorra a proposito dello smaltimento illegale e criminale dei rifiuti industriali: la “monnezza è oro”. Oro che luccica e abbaglia; attrae e rovina. Oro sporco da arraffare contro la civiltà dell’ amore. Oro davanti al quale questi individui ingordi e senza scrupoli perdono la testa, non guardano in faccia a nessuno, vengono come scaraventati indietro, all’ età della pietra. Stavolta siamo in Toscana, non, come tante altre volte, in Campania. Anche in Toscana quindi vige lo stesso, collaudato, maledetto meccanismo per risparmiare sui costi dello smaltimento? Certamente. Lo abbiamo sempre saputo, il problema riguarda l’ Italia non una singola regione. I rifiuti pericolosi venivano immessi in discarica senza essere stati prima trattati. Possibile? E come poteva accadere? Il trucco è semplice, una cosa da bambini. I riifiuti entrano nell’ azienda che dovrebbe trattarli e, poco dopo, escono di nuovo senza che nulla è stato fatto, pronti per essere gettati in discarica. Semplice, no? La cosa importante è che le carte siano in ordine, con le dovute firme e i timbri al loro posto. Questo giochetto semplice – semplice avrebbe fruttato ai delinquenti almeno 26 milioni di euro, più o meno 50 miliardi delle care, vecchie lire. Che volete che interessino i bambini a questa gente assetata di denaro? Che muoiono. Vergogna immensa. Abbassiamo noi lo sguardo intriso di vergogna al posto loro. Solo questa operazione avrebbe fruttato, quindi, 26 milioni di euro. Quante vite dovrebbe lavorare un onesto operaio italiano per arrivare a guadagnare solo un terzo di questa somma? Ci vuole altro che l’amore per la legalità, per l’ ambiente, per la civiltà, per la salute della gente per fermare queste mani criminali. Fortunati noi che dal maggio del 2015 l’ Italia si è dotata di una legge sui reati ambientali. Benedetti coloro che hanno lottato e lavorato, in Parlamento e fuori, perché questa legge fosse finalmente approvata, a dispetto di chi, fino all’ ultimo, avrebbe voluto affossarla. Vi immaginate senza quella legge di che cosa sarebbe stato capace questo tizio intercettato? «Ci sono bidoni col mercurio dentro», risponde l’ interlocutore. E che importa? Mercurio o altra sostanza che importa? La domanda non è: questa roba fa male alla salute? Ma piuttosto: quanto ci guadagniamo? E una volta arrivati ad arraffare quel maldetto denaro si ritorna a fingersi normali, magari accompagnando i figli a scuola o recandosi al bar per un caffè. Le discariche che hanno accolto quei rifiuti pericolosi stanno nel Livornese. Lo smaltimento illecito, disonesto, criminale dei rifiuti industriali ci fa capire che questa nobilissima battaglia che non ci stanchiamo di combattere la vinceremo solo stando insieme, facendoci forza, stimolando le autorità civili e le forze politiche a fare sempre di più e meglio. Promuovendo la lettura e lo studio della enciclica di papa Francesco, la Laudato si’. La posta in gioco, lo abbiamo visto ancora una volta, è alta, i guadagni milionari fanno girare la testa a molta gente. Occorre continuare con controlli serrati e intelligenti, condanne esemplari, l’ impegno dei cittadini e della stampa non asservita. Non nord contro sud, non mondo industriale contro agricoltura, non città contro periferie, ma solo onesti contro disonesti, amanti della vita contro necrofili, popolo civile contro criminali ambientali. La battaglia è ancora lunga, ma questa nuova vittoria ci ben sperare.