LA RIAPERTURA DELLE AZIENDE NON SI PUO’ IMPROVVISARE

LA RIAPERTURA DELLE AZIENDE NON SI PUO’ IMPROVVISARE

Al di là delle battute sta diventando inaccettabile continuare in questo modo, non è più possibile affrontare la situazione come ogni giorno cambiasse qualcosa in modo importante e repentino, non si può continuare a vivere nell’incertezza di un domani che è già possibile prevedere oggi, non si può andare avanti senza prospettive certe. Se del virus non sappiamo se e quando sarà debellato ed il contagio scongiurato, sappiamo però che alla fine si dovrà affrontare una ripresa che non sarà probabilmente da un giorno all’altro e che dovrà essere programmata, al contrario abbiamo provvedimenti restrittivi che hanno una scadenza fissa senza previsione del dopo, se non economica. Ma spieghiamoci meglio: cosa succederà quando il contagio comincerà a diminuire? Come riprenderemo a vivere “normalmente”? quali provvedimenti saranno ancora necessari nel frattempo? Domande che non hanno risposte imprevedibili, già oggi possiamo sapere come si potrebbe affrontare in termini pratici la ripresa, discuterne e magari approvare provvedimenti che entreranno in vigore automaticamente, perché in assenza sarà continuamente così, una o due settimane chiusi in casa e come si approssima la scadenza il baratro: industrie che chiedono di tornare nelle fabbriche a pieno ritmo e senza protezioni e via dicendo. Questa, purtroppo, non è un’ipotesi, ma la dura realtà, da ieri quasi tutte le imprese hanno inviato messaggi ai dipendenti affermando che da martedì prossimo è prevista la ripresa delle “normali attività” in azienda con il consueto orario di lavoro. Contro questo stato di cose i sindacati CGIL CISL e UIL hanno inviato al Governo proposte per gestire la ripresa, mentre USB si è dichiarata nettamente contraria alla ripresa immediata scrivendo al governo una lettera inequivocabile nella quale si dice “La Confederazione USB viste le ipotesi di ulteriori riaperture di fabbriche e imprese sostenuta con forza da associazioni Confindustria Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e vista disponibilità ad accettate tale ipotesi da parte di alcune forze politiche al Governo, chiede un incontro urgente per rappresentare la propria totale contrarietà a tale ipotesi”. Per il sindacato “La salvaguardia della salute di lavoratori e cittadini non può essere ulteriormente messa in pericolo per meri calcoli economici per di più assolutamente sbagliati e miopi perché è ormai evidente a tutti che una ripresa del contagio, che inevitabilmente avverrebbe, produrrebbe anche un ulteriore e più lungo stop delle attività produttive” e quindi “annuncia iniziative di protesta e sciopero in assenza di immediato confronto e in presenza riapertura aziende”. Sciopero, quindi, se si riapriranno le aziende già da martedì prossimo.Va aggiunto che è poco probabile che ciò avvenga, dalle indiscrezioni già di dominio pubblico sembrerebbe che il Governo stia discutendo sull’argomento valutando una proroga di altri 15 giorni od una graduale ripresa, quello che è certo è che nessuno ancora sa come sarà questa ripresa e forse sarebbe il caso di cominciare a pensarci seriamente e non affidarsi all’improvvisazione che da sempre non è una buona consigliera.