CORONAVIRUS, CATASTROFE USA. ANALOGIE E DIFFERENZE CON L’EUROPA

CORONAVIRUS, CATASTROFE USA. ANALOGIE E DIFFERENZE CON L’EUROPA

Usa, paese con il più alto numero di deceduti per covid al mondo. Decretata la catastrofe nazionale. L’immagine della sepoltura delle bare suggerisce qualcosa di non immaginabile. New York città fantasma, più fantasma di qualunque altra metropoli. Ma è davvero superiore a quella europea la catastrofe statunitense? Formulata così la domanda è posta male e suggerisce una sorta di competizione di cui proprio non si sente il bisogno. Giusto invece cercare analogie e differenze con quanto è avvenuto e avviene in Europa, per cercare di scorgere verso quali lidi si stia dirigendo il paese a stelle e a strisce e quali tragedie ancora lo aspettano. I TASSI DI CRESCITA, PIU ALTI NEGLI USA Se ci volessimo attenere ai numeri fin qui disponibili potremmo sostenere che FINORA la catastrofe americana non ha raggiunto i livelli di quella europea. Ma sarebbe un calcolo sbagliato. I dati sui contagiati e sui morti sono in aggiornamento continuo. Negli Usa, inoltre, la crescita dei contagi ha assunto una velocità accelerata solo in tempi relativamente recenti. Probabile quindi che, così come è di ieri il sorpasso del numero dei morti in Italia (scontato se pensiamo al numero degli abitanti nei due paesi), potrebbe in futuro realizzarsi un sorpasso dai lineamenti ancora più tragici. Quello dei morti a New York (una metropoli di 8 milioni di abitanti con quasi 7mila morti) e i morti in Lombardia (11 milioni di abitanti e 10 migliaia di morti). In effetti il trend della crescita statunitense quanto a numero di contagi (vero indicatore che anticipa quello dei deceduti) è nettamente superiore a quello europeo. Sicuramente più elevato dei trend spagnoli, italiano, francese e soprattutto tedesco. Probabilmente anche di quello britannico, oggi al 7% giornaliero. Un calcolo peraltro difficile da effettuare con precisione, visto che gli Usa sfornano i loro numeri a getto continuo e non è semplice capire ciò che più conta. Di quanto sia l’aumento a 24 ore di distanza (come lo si può fare per i paesi europei). La domanda è, allora, fino a quando i dati europei potranno apparire più catastrofici di quelli made in Usa? IL RAPPORTO MORTI/CONTAGIATI PIU’ BASSO NEGLI USA Vediamo quanto meno in che misura si possano già ora fare paragoni tra gli Usa (330 milioni di abitanti) e 5 paesi europei che, sommati, danno un numero di abitanti analogo: Spagna, Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna (320 milioni di abitanti). A prima vista si potrebbe dire che FINORA gli Usa si trovano in condizioni relativamente (molto relativamente) meno tragiche (530 mila contagiati contro 650 mila). Ma abbiamo già detto che la crescita negli Usa è di certo più veloce. Inoltre c’è un altro fattore che ha concorso finora a mascherare, dal punto di vista numerico, la catastrofe Usa. Il rapporto morti/contagiati negli Usa  è nettamente inferiore a quello dei paesi europei qui citati, ad eccezione della Germania. Le cause non si possono definire per il momento in maniera inequivocabile (probabile il minor peso della popolazione anziana). Resta però il fatto che numeri analoghi di morti, come quelli tra Usa e Italia, oggi, corrispondono a numeri pesantemente più rilevanti per gli Usa quanto a contagi, con le relative conseguenze, per il domani. Vale a dire per la tenuta del sistema sanitario e per i rischi epidemiologici in senso ampio. Numeri quindi ingannevoli se ne volessimo trarre la conseguenza di minore drammaticità futura in terra statunitense. DISTRIBUZIONE DEI CONTAGI SUL TERRITORIO: IL POLICENTRISMO EUROPEO Ma c’è un terzo fattore di cui va tenuto conto se vogliamo paragonare Europa e Usa ed è la distribuzione dei casi sul territorio nazionale. Qui a prima vista, la situazione statunitense, pure nella sua tragicità, presenta FINORA un punto a suo favore. In Europa la pandemia ha punti di diffusione molteplici. Non solo le singole nazioni, ma all’interno di ogni nazione si attivano più punti di diffusione a macchia d’olio (come a Madrid e in Catalogna, in Spagna). Questo lascia temere che in futuro possano replicarsi scenari già maturati nel presente che potranno coprire in maniera estesa una buona parte del territorio continentale europeo, o quanto meno dei suoi stati ad economia più avenzata. Non è che negli Usa ci sia di che rallegrarsi. Il punto di partenza dei contagi è di entità gigantesca, come può esserlo la città di New York. Ma è anche vero che FINORA l’estensione a macchia d’olio si è materializzata solo a partire dallo stato di New York e, in misura minore, da quello contiguo del New Jersey. Se ne vedono, in minore misura, i riflessi fino ad altre aree metropolitane come quelle del Michigan e dell’Illinois. Vengono attraversati molti stati del Nord Ovest (Massachusets, Pennsylvania, Connecticut e altri). Ma le ricadute su questi ultimi, in termini di decessi, non superano quelle che riscontriamo in molte regioni italiane non sempre altrettanto popolate. Non ci sono cioè altre “Emilie”, ma si passa (con l’eccezione del New Jersey) a livelli di mortalità analoghi a quelli di regioni italiane “minori” (dal punto di vista delle ricadute mortali virus) come Toscana, Puglia, Trentino Alto Adige e Campania. I nuovi focolai negli altri tre angoli della nazione (Washington, California e Florida) pare trovino qualche difficoltà ad esplodere. Inoltre una infinità di stati nel centro del paese, sono poco più che virus-free. Forse è proprio lì che si gioca una partita importante. Quella di contenere la catastrofe di New York in un’area del paese relativamente ristretta. Proprio per questo parlare OGGI di catastrofe “nazionale” potrebbe apparire perfino eccessivo. Ma col coronavirus abbiamo già verificato sulla nostra pelle che prevenire è di gran lunga più rilevante che curare. Peraltro lo hanno già verificato, sulla loro pelle anche i cittadini statunitensi. E ancora di più lo avrebbero verificato se l’immunologo Anthony Fauci non avesse stoppato di brutto Trump e il suo staff. Per questi ultimi era inutile prevenire col distanziamento e altre misure di contenimento. Lasciar fare avrebbe significato raggiungere prima l’immunità di gregge senza frapporre vincoli all’economia. Con quanti morti di mezzo? Problema marginale, agli inizi, nella visione di Trump. Per la cronaca, il problema parve essere marginale anche nella visione di Boris Johnson. Oggi non lo è più. Quel che vuol dire verificare le cose nella prassi.