Raccontino della notte. Nel passato, la mia Cremona è stata soprannominata ‘Magna Phaselus’, grande vascello per via della sua forma: sela si osserva dall’alto o su una mappa, le sue mura disegnavano la forma di un grande vascello che aveva il castello Santa Croce a prua, il baluardo di San Giorgio a poppa, il Torrazzo a far da albero maestro e il Po come specchio d’acqua, su cui la città sembrava navigare. Questa sera, mi sono affacciata alla finestra della sala da pranzo-redazione, l’ho osservato con ammirazione e commozione, il mio maestoso Torrazzo, illuminato di verde, bianco e rosso, il Tricolore. Un messaggio di incoraggiamento all’Italia per l’Italia. Per noi di Cremona, il Torrazzo, la torre campanaria più alta d’Europa in mattoni, è molto più di un simbolo. Il Torrazzo è il Torrazzo. E’ l’albero maestro che vedi in lontananza dalle strade e autostrade e mentre guidi, dici: . E lì, sotto il Torrazzo, prima che arrivasse l’invisibile bastardo, noi amici ci siamo sempre dati appuntamento per un caffè, un aperitivo o anche solo per far due chiacchiere. Alcuni dei miei amici ora sono in ospedale, chi intubato, chi ventilato. E c’è chi, invece, si sta curando a casa, isolato in camera da letto. Ti toglie il fiato, ti sfianca l’invisibile bastardo. Per fortuna che c’è WhatsApp, il legame tecnologico. E così, la mattina mi ritaglio un po’ di tempo per scrivere a loro, ai miei amici. Non pretendo una risposta immediata, ma se non arriva nell’arco della giornata, allora sì che mi preoccupo. Anche perché è su WhatsApp che da quando la battaglia è diventata guerra, ho ricevuto molte, troppe notizie che mi hanno spezzato il cuore e fatto piangere. Arriva il messaggino di un amico: . E poi un altro: . Un altro ancora: . Ed un altro ancora: . E potrei continuare. Sono tutti così, i messaggi che i miei cari amici mi stanno mandando da casa o dal fronte, l’ospedale Maggiore, la linea del fuoco. Si lavora con la testa sempre lì. Stamane, ne ho ricevuto uno bellissimo: . Mi è tornato il sorriso. Il mio cuore affaticato da così tanto dolore e tristezza, oggi si è un po’ alleggerito. Nonostante i numeri impietosi. Nelle ultime 24 ore, 47 anime sono volate in cielo. E con oggi, in provincia di Cremona sono 455 le persone che non ce l’hanno fatta. Che disastro, che tristezza, che dolore. Ed è anche cresciuto il numero dei contagi: 126 in più, sebbene siano la metà rispetto a ieri, per un totale di 3.496. Ma che sta succedendo nella mia Cremona? Il governatore lombardo Fontana oggi ha detto che la curva sta leggermente scendendo. Forse bisognerebbe dare i numeri ogni tre, quattro giorni per non creare ansia. Torno ai messaggi dei miei amici. Tutti concludono così: . Questi sono i miei amici che mentre combattono in corsia o a casa, si preoccupano per me, che sto bene, tappata nella mia sala da pranzo-redazione (sempre più incasinata), salvo qualche fugace uscita a far spesa per la mia amata Minnie. Che questa sera, dalla finestra ha guardato (e fotografato) con me il Torrazzo illuminato di verde, bianco e rosso, il Tricolore. Il messaggio di incoraggiamento all’Italia per l’Italia. Forza, ragazzi! Forza a tutti, amici e non amici, certa che un giorno torneremo all’ombra del Torrazzo, l’albero maestro, per il caffè, l’aperitivo o solo per fare due, anzi quattro, otto, mille chiacchiere, perché c’è da recuperare. E porteremo con noi tutti i nostri cari, amatissimi nonni.Scusate il disturbo.