IL VIRUS ERA GIÀ TRA NOI DA SECOLI
Non si può certo dire che sia un virus nuovo, in cuor nostro sappiamo tutti che era già tra noi da sempre, ne abbiamo persino le prove documentali essendosi manifestato in tutte le epoche della storia, ma affliggendo quasi sempre solo una minoranza dipersone è sempre stato ignorato o minimizzato e solo quando ha afflitto le masse in vere e proprie epidemie o pandemie, le masse si sono unite per combatterlo. Sembra ovvio, nel momento in cui il male è comune non vi è più ragione di essere divisi e tutti combattiamo dalla stessa parte accorgendoci quasi fatalmente che sarebbe stato meglio pensarci prima, prevenendolo, ma è tardi e serve unità. Prevenire, però, significa curare prima che il problema si manifesti, ovvero investire in risorse a fondo perso quando queste non servono, tutto l’opposto della società che ci hanno fatto credere fosse la migliore e da perseguire, mentre la società migliore scopriamo solo oggi era quella che non pensava a sé stessa in termini di singoli individui ma di intera collettività, ovvero quella dove gli sforzi e le risorse sono utilizzati per il benessere comune e non solo per il piacere dei singoli. Così il virus che era già tra noi e che aveva in tempi più recenti afflitto Keynes, Olivetti, De Gasperi e molti, moltissimi altri sconosciuti è stato sempre trascurato, dando invece voce ai poteri che ci hanno suggerito di considerare queste persone come dei malati da curare in tempo, per evitare che potessero contagiare un numero troppo grande di persone e non poterne più controllare gli effetti. Si tratta di un virus che pur mutato nell’aspetto è sempre lo stesso da secoli e che è passato sotto molti nomi, da quello di Etica della Reciprocità dei filosofi Pittaco, Talete, Isocrate, Epitteto, ai messaggi di religioni come l’Ebraismo, il Confucianesimo, il Buddismo, il Cristianesimo, lìIslam, la Fede bahá’í, per arrivare fino al Movimento Etico Mondiale e persino al movimento di educazione non formale forse più diffuso e ma certamente più bistrattato al mondo: lo scautismo. Questo virus, di cui sono immuni solo le banche, ha un DNA nel quale è scritto che nessuno è intoccabile, che non si deve fare agli altri quello che non si vorrebbe fatto a se stessi, che tutto prima o poi torna ed è un virus davvero molto pericoloso, perché produce effetti di grande contenimento delle ricchezze su una minoranza di popolazione, agiata oltre misura, e di maggiore benessere ed appagamento su una moltitudine da questi oppressa e tenuta in povertà, è un virus che in tempi cosiddetti “normali” la maggior parte di noi pensa sia da combattere, ma che durante una pandemia virale globale sembra essere l’unica medicina per contrastare il diffondersi della vera morte e povertà conseguente. Certo è triste e difficile immaginare che l’intelligenza umana possa essere molto meno sviluppata dell’ignoranza della natura che nulla vede e nulla sa, solo produce, ma un virus biologico è a tutti gli effetti un elemento regolatore della natura, è per questo che è in grado di evolversi ed adattarsi e non può essere combattuto solo con i mezzi tradizionali della medicina, ma per debellarlo serve uno sforzo sociale globale, come fu per la vaccinazione di massa contro il vaiolo, anche se il pericolo di un ritorno è sempre in agguato e non va sottovalutato mai. La storia ci insegna che dopo una pandemia normalmente il mondo è risultato migliore nella sua ripresa, incrociamo le dita perchè avvenga ancora una volta, ma anche non dimentichiamo mai il nostro passato per poter sempre imparare dai nostri errori: “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla.“ George Santayana
