MELONI E SALVINI ALZANO I TONI DELLA POLEMICA, SOLO PER PAURA DI ESSERE DIMENTICATI
Gentile Direttore, le polemiche sulla conferenza stampa di Venerdi sera del Presidente del Consiglio non si sono ancora placate. A questo punto mi domando: in un momento di grave emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo, non dovremmo pensare a cose ben più importanti?Piero Recchia, Terracina Gentile Signor Recchia,Sono perfettamente d’accordo con lei. Avremmo dovuto puntare sull’unità nazionale, per vincere questa lotta al coronavirus, che è ancora lontanissima dall’esser vinta. Ma non c’è verso. Per l’opposizione, ogni pretesto è buono per alzare polveroni, per nascondere la polvere sotto il tappeto, ed evitare ad esempio che si puntino i riflettori sulle indagini che riguardano la dirigenza sanitaria del Pio Albergo Trivulzio, gestito dalla Regione Lombardia, guidata dalla Lega. E in effetti , se non ci fosse stata la reazione piccata dell’estrema destra nelle ore precedenti, sui social e sui quotidiani schierati all’opposizione , quella conferenza stampa sarebbe scivolata come tante altre fatte finora. Sia ben chiaro, non c’è stato nessuno sgarbo da parte del premier Conte. Tra l’altro parliamo di una conferenza stampa e non di un messaggio alla Nazione. La differenza la capisce da solo. Io in ogni caso avrei evitato, per una questione formale, di bon ton istituzionale, di fare nomi e cognomi. Quantomeno , per non dare fuoco alle polveri di una polemica infinita. Terreno, quello dello scontro, in cui i capi di Lega e Fratelli ‘D’Italia sanno muoversi molto bene. Forse l’unico terreno che conoscono . Personalmente, insomma, non avrei dato troppa importanza a due inesperti politici che annaspano alla ricerca di consensi . Consenso che sta precipitando, e loro lo sanno bene. Perchè appare evidente che il contributo di Meloni e Salvini a questa crisi sanitaria ed economica, è del tutto ininfluente. Privi di idee concrete, realizzabili, e sottolineo realizzabili, non hanno mai realmente cercato di unirsi ad una cabina di regia, hanno votato anche contro il cura Italia, a dimostrazione del loro disinteresse nazionale e a dispetto delle raccomandazioni all’ unità invocate da Mattarella. Raccomandazioni che sono state puntualmente disattese. Tanto che ieri, il Capo dello Stato, nel messaggio Pasquale, ha evitato di fare appelli alla collaborazione, tra maggioranza e opposizione. E non è un caso. I due quindi si dimenano, alla ricerca di una visibilità che sta sfuggendo loro di mano. Questo è il punto. Alzano i toni e arrivano a definire criminale Conte. Lo accusano di alto tradimento. Frasi gravissime. Per cui, giusto ripeterlo, sarebbe stato meglio evitare assist, ma a chiunque avrebbero dato fastidio accuse così pesanti. Non dimentichiamo che Conte, il cui operato può legittimamente piacere o meno, è sotto stress per la battaglia difficilissima che sta combattendo in Europa e avrebbe bisogno di un Paese compatto e non di gente in perenne campagna elettorale, che sgancia bugie dalle gambe corte, come quella di Meloni. La quale diffonde ai quattro venti la propria versione, sul Mes, il meccanismo economico di stabilità. E ‘ vero che la Meloni, assente , non ratificò il trattato, ma ai tempi degli accordi decisivi, governo Berlusconi, furono lei e il suo partito, con la Lega di Bossi, a firmare il Mes nel 2011. Nascondersi come verginelle, come vede, non ha molto senso, perchè gli italiani hanno tutt’altro che la memoria corta. Bene o male, sia per l’uno che per l’altra, l’importante è comunque tirare l’acqua al proprio mulino. Non per amore degli italiani, ovvio, ma semplicemente per un tornaconto politico e personale. Non avere scrupoli, però, non è la migliore delle tattiche. Dai e dai la gente finisce per accorgersi benissimo, se tu alzi polveroni solo per non sparire dai radar. Certo, vengono i brividi al solo pensiero che a guidare l’ Italia in questa drammatica emergenza, avrebbero potuto esserci Meloni e Salvini. Per fortuna, non è andata così. Concludo con una previsione: tra qualche mese, questa opposizione sguaiata è destinata a sparire, ad essere completamente dimenticata. E nessuno, alla fine, ne sentirà la mancanza.
