AMARCORD. PAOLO FOX: ” MICHELE GUARDI’ E’ IL MIO SECONDO PAPA’ “.

AMARCORD. PAOLO FOX: ” MICHELE GUARDI’ E’ IL MIO SECONDO PAPA’ “.

All’astrologo Paolo Fox evidentemente  piace vincere facile. Lo scorso anno, l’autore tv  Michele Guardì aveva deciso infatti  di mandare in pensione la sua trasmissionePiazza Grandeper battezzare un nuovo programma della mattina di Rai due:insieme sul due, dirottando dunque il presentatore Giancarlo Magalli e l’amatissimo Fox aMezzogiorno in famiglia, la trasmissione  del fine settimana della seconda rete. E allora  lui cosa fa? “Ovvio, come mi capita spesso   nelle situazioni particolari della mia vita ho subito  consultato gli astri”. Ricorda cosi  Paolo: “ Dicevano che Giancarlo ed io avremmo vissuto un anno di transizione, per poi tornare alla grande, a condurre un programma nel solito spazio. E cosi sarà. Da settembre, con Magalli, la soubrette Adriana Volpe e il cantante Marcello Cirillo, parteciperò alla  nuova versione deI fatti Vostri. Del resto, secondo gli astri mi attende un  2010 straordinario. Ma anche il 2009 non è andato affatto male. Il miooroscopo dell’anno,  nelle librerie, ha venduto  170 mila copie. E il mio nuovo libro,l’oroscopo dell’amore, le domande e le risposte più frequenti sui sentimenti legati agli astri che mi inviano i miei lettori,  uscito in libreria nel maggio scorso, è già entrato nella classifica dei libri più venduti in Italia”. A parte che per  prevedere l’insuccesso diInsieme sul dueforse non ci sarebbe stato bisogno di consultare le stelle, c’è da dire che Paolo Fox,  48 anni, romano,  deve il suo successo proprio alla sua capacità di astrologo. Un astrologo del tutto particolare, brillante, comunicativo che ha sempre messo in guardia i telespettatori  sui significati dell’astrologia. “ Lo dico sempre, è vero”, conferma   Paolo nella sua casa di Casperia, comune della Sabina a cinquanta chilometri da Roma, dove vive ormai da  diversi anni insieme con uno squadrone di cani e di gatti a fargli compagnia. “L’astrologia, spiega,  è una scienza con diverse scuole di pensiero ma va presa con intelligenza. Bisogna interpretarla. Come un navigatore satellitare le stelle ci indicano una strada, la consigliano, ma spetta poi  a noi  decidere del nostro destino”. Allo studio degli astri Paolo Fox ha dedicato una vita. Continua   a farlo per più di dieci ore al giorno aggiornandosi,  da autodidatta, senza sosta:  “ E pensare che da ragazzino ero molto scettico, afferma. Mai letto un oroscopo in vita mia, non ci credevo. Poi un giorno una mia compagna di classe mi chiese se volessi provare a disegnare i segni zodiacali per l’oroscopo quotidiano pubblicato su un giornale da sua zia Elsa. Accettai   e da allora iniziai a capire  che non era affatto casuale se molti acquario o molti pesci stavano vivendo in quel preciso momento un periodo non felice”. I l dado è tratto. Fox bussa alle porte di varie televisioni locali dell’epoca e, a 17 anni, inizia a lavorare nella romana tele jolly. Domando se i suoi genitori fossero contenti, di avere il loro  unico figlio astrologo. Paolo si rabbuia in volto: “ Direi proprio di no. Soprattutto mio padre sognava per me un futuro da avvocato. In questo l’ho deluso. Quanto a mia madre, della mia carriera ha potuto vedere solo gli esordi: è morta che avevo 21 anni. Ed è morta tra le mie braccia” E’ questa la parte dolorosa della vita, che Fox racconta con più difficoltà: “ Era il novembre dell’81, la sera prima, fu una sera normale. Mamma preparò la maionese fatta in casa, poi ci mettemmo a dormire. All’alba  venni svegliato dalle urla di mio padre, dai rantoli di mia madre. Mi precipitai nella loro camera da letto, presi tra le braccia mamma, provai a praticargli un massaggio artificiale al cuore. Ma non c’era più nulla da fare, stroncata da un infarto mia madre non respirava più . L’occhio divenne vitreo, sulla guancia le scivolò un’ultima lacrima.  Anche se mamma la sogno di rado, sempre allo stesso modo, lei che parte con la corriera, senza nemmeno salutare, quella è un’immagine che non dimenticherò mai. Lo choc è stato cosi forte che in vita mia ho sempre evitato i funerali e ogni contatto con la morte”. Con il tempo, Paolo eviterà anche quelli con il padre. Racconta: “ tre mesi dopo la morte di mia madre partii per il militare, destinazione Bergamo. Un anno di leva e al mio ritorno a Roma  papà mi fece capire che per me in casa non c’era più posto, che ero diventato un peso. Del resto tra noi i rapporti non erano mai stati troppo buoni. Già quand’ero bambino tra mio padre, un impiegato statale, e  mia madre, una maestra elementare,  non c’era  armonia. A sei anni  ricordo che mamma non si sentiva più amata e  mi portò a vedere un appartamento vuoto chiedendomi  se mi piacesse andarci a vivere da soli, lei ed io. “ E papà? “, domandai. Capì che senza di lui non mi sarei mosso, cosi mia madre continuò a vivere sotto lo stesso tetto coniugale, e riversò tutto il proprio amore su di me, creando una sorta di alleanza e complicità tra di noi. Papà si sentiva escluso da questo rapporto e dopo la morte di mamma si rifece una vita con un’altra donna, lontano da Roma”. Domando a Paolo da quanto tempo non veda più suo padre. “ Dieci, dodici anni. L’ultima volta passò a trovarmi a Roma, prendemmo una cosa da bere al bar e  in quelle poche ore insieme capii che il nostro era ormai solo un rapporto formale. Non c’era sostanza  nei nostri sguardi. Non provavo rancore, avevo anche capito le sue scelte ma ebbi la netta sensazione di essere solo al mondo. Senza più una  famiglia. Senza nemmeno i pochi parenti stretti con i quali avevo interrotto i rapporti dai tempi della morte di mia madre, visto che si erano fatti vivi una volta sola  per chiedermi dei mobili di famiglia.  Non avevo insomma più nessuno a cui  appoggiarmi nei momenti di difficoltà e nella gioia. Da quel giorno, dunque  ho perso completamente le tracce di mio padre”. Chiedo a Paolo se gli sia mai venuto in mente di cercarlo: “ Mai, con il tempo ho trovato un equilibrio mio personale, ho lenito le ferite dell’anima, accettato il fatto che in un momento cruciale dell’esistenza, a ventuno anni, sia stato abbandonato dalla mia famiglia. Rivederlo non aggiungerebbe niente alla mia storia di vita. Semmai mi destabilizzerebbe. Adesso  che sono diventato più forte, caratterialmente, meno scorbutico e solitario,  preferisco considerare quello un capitolo completamente chiuso della mia vita. La mia famiglia è composta da Paolo e da Fox. Più i tanti telespettatori che hanno nei miei confronti enorme simpatia, che mi trattano con grande affetto chiamandomi Paolino, come si fa con un fratello minore”. All’astrologia deve insomma, tutto Fox, “ perché è stato un ponte tra me e il mondo esterno”, dice. E sarà per sempre fiero dell’atto di coraggio avuto vent’anni fa. Racconta: “ Dopo aver lasciato la casa di mio padre dovevo cercarmi un appartamento in affitto e un lavoro sicuro. Cosi venni assunto al provveditorato delle opere pubbliche  di Roma. Un impiego statale, come quello di papà. Resistetti cinque anni poi capii che quella non era la vita che volevo. Stavo lentamente scivolando verso la depressione. Ebbi un sussulto d’orgoglio e mi licenziai, moltiplicando le mie collaborazioni giornalistiche , pur di sbarcare il lunario”. La svolta avvenne grazie a Fabrizio Frizzi. “ Fu lui   a volermi in tv, nel programmaper tutta la vitanel 96 . Ricordo che mi disse: “ questo è un programma sulle coppie che stanno per unirsi in matrimonio. E mi piacerebbe fare su di loro le previsioni astrologiche. Rita dalla chiesa mi ha parlato molto bene di te. Anche se sei giovane ed inesperto, voglio che sia tu  a condurre l’oroscopo di questi promessi sposi “. A poco a poco cosi,  presi fiducia nei miei mezzi. Ma è conIn bocca al lupo speciale oroscopodel 98 che capii di avercela fatta . Andai in diretta con l’emozione che mi bloccava le parole. Ma il giorno dopo Carlo Conti, che quello speciale lo presentava, mi telefonò per comunicarmi una grande notizia : avevamo  raggiunto ascolti altissimi, il 34 per cento di share”.      Come dire: era fatta. In questi ultimi dieci anni Fox è diventata presenza costante nei programmi di Guardi: “Ci lega una grande e indissolubile amicizia, spiega Paolo. Devo moltissimo a Frizzi e  a Conti, ma ad esser sincero è Michele  ad avermi valorizzato, lasciandomi  le  briglie sciolte. Lui è convinto che  proprio il fatto di aver sofferto tantissimo nella vita,  mi dia una marcia in più, una sensibilità, un tratto di bontà che il pubblico televisivo coglie perfettamente. E del resto  è proprio quando sono in tv, che incontro la mia vera famiglia”.