L’ALBERO DELLA VITA
Il primo pranzo in campagna tutti insieme lo abbiamo fatto il 19 aprile 1981. Era Pasqua e coincideva con i 79 anni di nonno Michele (l’unico che abbia conosciuto), papà di mia madre. Per l’occasione si riunirono i suoi 8 figli (Vincenzo, Vito, Luigi, Annina, Minguccio, Filomena, Nicola, Antonio) con generi/nuore, tutti i nipoti Vacca, c’era già qualche pronipote. Quasi 50 persone, oggi che ci siamo allungati di un paio di generazioni siamo un centinaio.Allora la villa non era attrezzata (i miei l’avevano comprata pochi mesi prima), soprattutto non c’era ancora la corrente (avevamo i lumi a gas, il serbatoio si riempiva a manovella attingendo l’acqua dal pozzo, le lastre di ghiaccio per mettere al fresco il cibo). Zi Vitucci si procurò delle tavole di legno da un suo amico. Lui lavorava all’Acquedotto Pugliese e conosceva tutti, per lavoro ma soprattutto per indole. Un pacioccone, per noi più di uno zio.Così le domeniche precedenti e i giovedì pomeriggio (a quei tempi mio padre Michele aveva un negozio di frutta e verdura), zi Vitucci, zi Peppin (marito di zia Annina), mio padre e mio nonno stesso andavano in campagna per costruire tavoli e panche. Da novelli Geppetto improvvisati realizzarono in poche settimane tavolate che hanno resistito per diverse decadi (conserviamo ancora qualche banco di allora). Fu una Pasqua davvero speciale.La prima volta tutti insieme.Soprattutto c’erano tutti ancora.Da allora la villa è diventato un punto di riferimento, un luogo di incontro dove rami diversi di famiglie e generazioni diverse si mescolano: i parenti di mia madre con quelli di mio padre, i parenti con i parenti dei parenti, i parenti con gli amici, i parenti con i parenti dei parenti, gli amici e gli amici degli amici.Battesimi, comunioni, lauree, mondiali.Grigliate messe su a volte senza preavviso.Tavolate imbandite con quel poco o tanto che c’era, alle brutte la frutta buona non mancava. A distanza di anni abbiamo riprovato a organizzare il Vacca Day ad agosto.Siamo riusciti a farlo due volte.Ora siamo molti di più perché siano arrivati alla quarta generazione. Ora siamo qualcuno in meno perché la vita nel suo scorrere dà ma prende pure: nonno Michele, zi Vincinz, zi Luigi, zi Vitucci con la carissima zia Maria (erano gli animatori principali dei nostri ritrovi) non ci sono più. Non ci sono più due nostri cari cugini, Michele e Michele volati in cielo troppo presto. A ogni ritrovo li ricordiamo tutti nella ballata di “Nonno Michele e Nonna Rosa” con cui ripercorriamo in musica la storia di famiglia. Le ultime due estati per vicissitudini varie non siamo riusciti a riunirci. Ci siamo riproposti di farlo presto appena torneremo a riabbracciare il mondo, come questo ulivo che mio cugino Tonino ha condiviso ieri con noi. E appena avrò modo di tornare in Puglia voglio riaprire la villa che per la prima volta è rimasta chiusa un anno intero. Deve tornare a vivere e a riunire. Indietro nel tempo non si torna. Non si può.La Pasqua 1981 resterà un momento unico, indimenticabile ma inimitabile e improponibile.Però di quella Pasqua si può riproporre lo spirito che l’animò e ricordare chi non c’è più per tutto il bello che ci ha regalato. Dedicato a nostro cugino Gianni che oggi compie 46 anni. E di Pasque particolari ne ha vissute, seguendo la corrente della vita.
