ADDIO AL ‘COMPAGNO’ SALVATORE RICCIARDI
Oggi se n’è andato Salvatore Ricciardi.A molti questo nome non dirà nulla, altri lo conosceranno come scrittore, alcuni come un incubo.Noi l’abbiamo conosciuto come compagno dalla grande curiosità, dallo sguardo vivo e il cuore grande. Ci incontrammo per la prima volta quasi dieci anni fa. Con iClash City Workersinchiestavamo il mondo del lavoro, sostenevamo le lotte degli operai, provavamo a connetterle con quelle del nuovo precariato. Un tentativo che non poteva sfuggire a chi come Salvatore aveva fatto questo per tutta la vita. Figlio del popolo, aveva iniziato a lavorare sui cantieri, poi nelle ferrovie, si era iscritto alla CGIL, al Partito Socialista di Unità Proletaria. E poi con il Sessantotto tutto aveva accelerato: la costruzione dei comitati autorganizzati dei lavoratori, le grandi vittorie, l’idea che la classe operaia era pronta a dirigere il paese, la lotta armata. E dal 1980 i lunghi anni di carcere… Salvatore aveva raccontato tutto questo in un bellissimo libro, “Maelstrom. Storie di rivolta e di autorganizzazione di classe”, uno dei testi che meglio racconta cosa sono stati gli anni ’60 e ’70. Lo aveva fatto in modo semplice, com’era lui. Un rivoluzionario della vecchia scuola: allo stesso tempo umile e sveglio, generoso ed esperto. Senza che quest’esperienza diventasse mai presunzione. O che il passato debordasse sul presente. Noi ci eravamo entusiasmati per il suo libro e Salvatore ci aveva dato una mano a scrivere il nostro. Non posso mai dimenticare con che gioia lessi la recensione che pubblicò sul suo blog: “ !” ’ ℎ ̀ ’ Dove sono i nostri. “ ! ”. ℎ … E non posso dimenticare come parlò del carcere all’Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo, quando nel maggio 2015 l’avevamo appena liberato. Riusciva a dire con semplicità cose profondissime. Salvatore è stato un uomo che ha avuto una vita incredibile, di lotte, di umanità, di scoperte e di gioie.Uno che è riuscito a ridere nei momenti più impensabili, che abbiamo visto a oltre 70 anni fare i picchetti per difendere i lavoratori immigrati della logistica.Uno che è stato in carcere, senza mai essere prigioniero. Grazie Salvatore, per tutto quello che ci hai dato.Proveremo in tutti i modi a metterci alla tua altezza.
