LA CINA DA IMITARE
Il percorso della Cina nella pandemia rappresenta il metro di misura per tutti.Oggi, dopo qualche giorno a livello zero, ha contato circa 100 contagi, in due focolai di frontiera, segno che si generano per nuovi arrivi o forse è più corretto dire rientri, infatti le frontiere sono chiuse è permesso entrare solo ai cinesi che vogliono tornare.Quindi la lettura che si può dare è questa, l’economia mondiale non si potrà permettere, nei primi tempi il movimento di persone, solo di merci, a meno di severi controlli per chi deve mettersi in viaggio tra un Paese all’altro, qualcosa di estremamente complicato ed incerto.In breve, non si ritornerà ad una gestione autarchica delle singole economie, ovvero vivere solo con ciò che si produce internamente, impossibile ad esempio per noi per la totale assenza di materie prime, ma diventeranno quindi protagoniste l’informatica, le comunicazioni, le conference call.Uscirà sconfitta la delocalizzazione delle industrie che non potranno giovarsi di personale che si trasferisce, per aprire o continuare produzioni, tutto questo fino a quando non sarà sconfitto il virus, perché non sarà sufficiente un semplice tampone per certificare il non pericolo di contagio verso altri.Insomma, tutto sommato, un’altra lezione per chi ha fatto grandi affari sfruttando i costi del lavoro o le modalità più vantaggiose solo per gli imprenditori, ma estremamente penalizzanti per chi vedeva i cancelli chiusi e trasferire i macchinari verso luoghi dove si applicano modalità di produzione al limite della schiavitù.Ovviamente ne esce fortemente penalizzato anche il turismo oltre frontiera.
