“MA VA’ A LA BAGINA!”

Nonostante io mi diverta spesso col dialetto romanesco sono nato e cresciuto a Milano. Da ragazzo milanese ho sentito molte volte quella frase a metà tra l’insulto e il dileggio che veniva comunemente usata ogni volta che qualcuno si azzardava a fare qualcosa di troppo giovanile per la sua età… “Ma va alla Bagina!”. La Bagina è il soprannome del Pio Albergo Trivulzio, ultimo misericordioso approdo dei vecchi milanesi indigenti. In quella parola è racchiusa tutta la tristezza della vecchiaia, della povertà, dell’abbandono, della solitudine e dell’approssimarsi della fine. E oggi la Bagina ha assunto un nuovo significato, è diventata come molti altri luoghi simili una zona franca dove le regole, la deontologia, la scienza medica, le leggi… insomma, in una parola la Civiltà può essere messa da parte.Luoghi dove la carne morta di “ospiti” ancora vivi serve solo a sorreggere le tavole imbandite a cui pochi vigliacchi trovano posto. Non pensavo che esseri umani potessero scendere tanto in basso.