PERCHÉ GLI EX PC DEVONO RIABILITARE CRAXI

PERCHÉ GLI EX PC DEVONO RIABILITARE CRAXI

Fra qualche settimana, comunque all’inizio del nuovo anno, vedremo nelle sale il film diGianni Ameliodedicato aBettino Craxi. C’è un doppio tema che accende la discussione sulla figura di Craxi ed è da un lato la suademonizzazione criminalee dall’altro, non slegato da esso, il riproporsi delle ragioni dellacontrapposizionefra Craxi e ilPcie ancora oggi fra ilsocialismoche si richiama al suo leader e ipost comunisti. La riforma radicale di politica e istituzioni è l’unica salvezza contro la destra che dilaga sia nelle forme del sovranismo leghista sia nelle idee della destra tradizionale diGiorgia Meloni È una discussione difficile, ancora piena di acrimonie, di luoghi comuni, di incapacità di guardare lontano, sia all’indietro, sia, soprattutto, davanti. Ovviamente non è possibile ungiudizio definitivoche metta pace fra i contraddittori. Per tanti Craxi resta uninnovatorevittima delgiustizialismo, per altri il simbolo dellacorruzione della politica. Né è facile rasserenare gli animi fra la componente comunista e quella socialista che negli anni di Craxi eBerlinguersi divisero in modo irrevocabile. La beffa della storia è che oggi molte di quelle ragioni di divisione sono irrilevanti. Lasocialdemocrazia, ancorché cadente, era l’unica prospettiva  per la sinistra di fronte a uncomunismo fallimentaree persino di fronte all’italo-comunismo. È chiaro a tutti che dopo il 2008 si è fatta strada l’idea socialista che non c’è salvezza fuori da una logica che porti la sinistra a fare a cazzotti con ilcapitalismo(idea di Lombardi) senza aspirare alla fuoriuscita. È chiaro davanti a noi che la riforma radicale di politica e istituzioni è l’unica salvezzacontro ladestra che dilagasia nelle forme delsovranismo leghistasia nelle idee della destra tradizionale diGiorgia Meloniche sembra destinata a grandisuccessi elettorali. Infine, come dato saliente e clamoroso, appare sempre più chiaro che nella lettura ex post delle vicende che portarono l’Italia al fascismo unaresponsabilitàcade sulla testa dei comunisti che si scissero dal Psi. Quellascissioneè storicamente spiegabile ma oggi nessuno che si dica comunista la farebbe. Craxi in questo contesto che cosa è stato? Non è stato il malandrino politico che ha preso il potere. Prima e dopo di lui altre figure meritano questa definizione, soprattutto in questi anni recenti. Craxi è stato un grandeleader della sinistrache ha intuito come pochi la crisi della politica e delle istituzioni, che ha capito il grado disofferenza del sistema economico, che ha colto come ilmovimento sindacaledovesse rinnovarsi anche a prezzo di durissime lacerazioni. È stato un leader socialdemocratico occidentale, più encomiabile per aver accettato dal cancelliereHelmut Schmidtla proposta di mettere i missili di quando venne elogiato per aver consentito aSigonelladi impedire l’arresto di terroristi palestinesi. Comunque ognuno la pensi come vuole. Craxi è stato un grande leader della sinistra che ha intuito la crisi della politica e delle istituzioni, che ha capito il grado di sofferenza del sistema economico, che ha colto come il movimento sindacale dovesse rinnovarsi anche a prezzo di durissime lacerazioni Il tema di oggi non è la classifica dei meriti e dei demeriti. Il tema di oggi è che dobbiamo farla finita con questadiscussione primordialee primitiva. Craxi non è un pezzo distoria criminale. Questo giudizio non riguarda solo lui, riguarda l’interaPrima Repubblica. La vittoria del “mostri” che da anni invadono le stanze del potere nasce dall’aver accettato questa lettura della storia italiana. Imagistratisono diventati storici, maestri di morale, leader di massa. Prevalentemente sono gli stessi che hanno traditoGiovanni Falconequando aspirava a diventare, legittimamente, capo della Procura antimafia. Il giustizialismo non ha grandi padri. Non lo era Falcone, basta leggere tutti i suoi scritti, non lo era neppurePaolo Borsellino, uomo d’ordine ma non uomo da guerra civile strisciante. Gli ex comunisti hanno pensato dueidee sbagliate. Ne hanno, ne abbiamo avute tante, ma le prime due sono queste: l’idea che la fine del comunismo fosse anche merito nostro e fosse una gioia e che la fine di Craxi liberasse il campo dal nemico interno. Il comunismo è caduto malgrado i comunisti italiani, che erano cosa diversa ma che non avevano mai intaccato quel sistema. Craxi era figlio delriformismo italianoe interprete della suaidea più aggressiva, con una visione che è legittimo tuttora non condividere. È per questo che io penso che che un gesto esemplare che riguardi la “riabilitazione” sia Craxi sia necessario. Immagino che alcuni dirigenti ex Pci scrivano un breve documento e dicano che Craxi era un nostro compagno da cui abbiamo dissentito ma che chiediamo a tutti di rispettare e ammirare per le sue idee. SeDavigonon è d’accordo, chissenefrega.