VALERIA ROSSI. IMPORTANZA DEL DOVE

VALERIA ROSSI. IMPORTANZA DEL DOVE

è più facile trovare il proprio equilibrio interno in un posto che è al centro dell’equilibrio piuttosto che in un altro posto in cui questa “caratteristica” è  sfuggente per non dover sopportare troppe contraddizioni tutte insieme. Anche perché, come diceva Lucio Dalla, l’artista, più degli altri, ha delle “antenne” che lo rendono particolarmente recepivo e sensibile, agli stimoli anche esterni, quasi vulnerabile. P. L’artista così come chiunque deve poter scegliere un luogo di vita confortevole, che non lo sovrastimoli e condizioni inutilmente. Vivere in un luogo caotico ha senso se si ha un lavoro fisso, un radicamento motivato da una contingenza che non consenta alternativa. Chi non ha questi vincoli oggettivi deve avere la volontà e il coraggio di distinguere l’abitudine dalla libera scelta e capire quali sono i veri parametri di benessere oggettivi. V: Leggevo l’intervista di Verdone che dichiarava di aver lasciato Roma, proprio lui che si può dire che ne sia uno degli emblemi, sosteneva che é “depressa” e che se ne vedono le conseguenze nel comportamento aggressivo dei suoi abitanti come nell’incuria degli spazi. P: Roma è splendida ma essendo sovraffollata e totalmente disordinata diventa lei stessa protagonista della vita di chi vi abita, decretandone orari e modalità di “utilizzo”. La città perde così la sua prerogativa di funzionalità rispetto all’individuo. D’altro canto la necessità rende l’uomo capace di mille stratagemmi che non sono però frutto di una libera scelta di vita, ma di un’esigenza di sopravvivenza. Cioè si utilizzano mille risorse per sopravvivere e non per evolversi. V: Io pensavo di non poter vivere se non a Roma… P: Quella è l’abitudine e il senso di dipendenza da ciò che in qualche modo “avviluppa”. Si sviluppa cioè un attaccamento viscerale a ciò che – consciamente e inconsciamente – comporta sacrifici, sofferenze, perché si crea confusione con la sana energia che si genera in un’ottica di costruzione e di evoluzione. L’adrenalina sviluppata è la stessa ma può essere utilizzata semplicemente per limitare i danni come, al contrario, per migliorare la vita. Come nei rapporti sentimentali: si può lottare per non soccombere oppure per costruirsi una vita bella di coppia. V: Pensavo anche di non avere ispirazione in un luogo che non presentasse la medesima infinità di stimoli… P: Certo, se uno si considera solo passivo rispetto agli stimoli esterni cercherà luoghi che lo costringano a “fare qualcosa”. Ma gli stimoli, ancor più se da convogliare in una qualsiasi forma artistica, sono ovunque. Arrivano in modo discreto, in punta di piedi e non sono aggressivi. La qualità di vita permette di discernere la qualità dello stimolo, apprezzandone la sostanza e prendendo le distanze dalla forma. Non è detto che uno stimolo aggressivo sia sostanzialmente rilevante. Potrebbe essere anche qualcosa da cui difendersi, da cui prendere le distanza. Da ignorare. P: Qualità di vita = Luogo di vita: cioè, scelgo un luogo che mi permetta di elevare la mia qualità di vita e che non richieda invece che io spenda tutte le mie energie esclusivamente per sopravvivere.