LA LEZIONE DI JOHNSON & CO
La vicenda di Boris Johnson ha qualcosa, oltre che di paradossale, di tragico. Tragico per la sua salute e per quella del suo paese. Ma è anche la dimostrazione evidente dei danni che provoca la presunzione politica. Un male diffuso quanto il virus nelle classi dirigenti attuali, un trauma da potere che porta a considerare tutto gestibile, manovrabile, utilizzabile oltre i limiti dell’evidenza. E’ successo con Johnson, succede ora in Svezia dove i numeri sono più forti delle idee di chi governa quel paese, è successo purtroppo in America con Trump, succederà in Brasile con la scriteriata ottusità di Bolsonaro. Quante vite costeranno quelle ottusità?Certo, anche da noi ci sono state esitazioni, primi momenti di negazione o sottovalutazione, ma noi abbiamo un alibi che gli altri non hanno: avevamo solo l’esempio di un paese particolare come la Cina, particolare del punto di vista del regime politico che la governa. Gli altri avevano tutta l’evidenza e gli strumenti per sapere e capire quale sia l’aggressività di questo terribile virus e cosa bisogna fare per contrastarlo.
