ARRIVA IL GRANDE FRATELLO

Levata di scudi contro l’idea di affidare i nostri movimenti non alle autocertificazioni e alle pattuglie di polizia ma a una App che dal nostro smartphone comunicherà la nostra posizione e il nostro stato di salute. Saremo controllati elettronicamente, si dice, peggio che in quella Eurasia immaginata in “1984”. Piace poco anche a me, immagino tempi duri per gli assenteisti al lavoro, per i ragazzini che fanno sega a scuola, per gli amanti clandestini e così via, ma in generale non capisco che recondita utilità avrebbe per il Grande Fratello sapere se sto giocando a biliardo oppure schiacciando un pisolino. Del resto il costringerci in casa o su percorsi obbligati per andare a lavorare e a fare la spesa risponde all’esigenza di conoscere la posizione di infettati e infettabili affinchè non si mescolino troppo. Ne consegue che la “mappatura” di ognuno di noi unita alla schedatura del nostro stato di salute è l’unica alternativa possibile alla rigida restrizione della libertà di movimento. Ah no, c’è un’altra possibilità: Liberi tutti e vada come vada.