LES MISERABLES

A volte la lingua Italiana stupisce. Per me è e resterà per sempre, la più bella lingua al mondo. Declinarla vuol dire sviscerare la vita in ogni sua sfumatura. Ci sono termini che assumono una valenza addirittura diversa secondo il tono e il contesto in cui vengono formulati e pronunciati. Uno di questi è , sicuramente, la parola ” miserabili”. Termine, aggettivo, epiteto…E, di questi tempi, anzi per la verità, da parecchi anni, la si pronuncia con equa veemenza sia attribuendola ai rappresentanti politici, sia a una fetta sostanziosa di popolazione, ovviamente con diversa valenza di significato. E oggi? In piena pandemia da virus. In piena recessione. In piena crisi economica. Chi sono Les Miserables? Per rispondere devo tirare in ballo Hugo, così ognuno sarà in grado di farsi una opinione personale a riguardo, che non ho dubbi, avrà valenza generale e obiettiva. I Miserabili di Victor Hugo, dunque, è un libro che amai ed amo tanto. Il termine “miserabile” deriva dal latino miserabĭlis, da miserere, cioè “commiserare, avere pietà”; per cui si definisce miserabile chi, per la sua triste sorte o per la condizione di desolazione materiale o spirituale in cui si trova, è degno di essere commiserato.Noi tutti, oggi italiani siamo “Miserabili” nel senso di: Degno di compassione per le sue condizioni, per la sua sorte ( dizionario della lingua italiana) …. Nell’accezione che ne ha voluto dare Hugo. Siamo degni di compassione per questa strana sorte che ci è piovuta addosso. Per un “ ciclo dei vinti” che non riusciamo a scardinare … probabilmente per l’atavico timore italico di non sapere che fare dell’essere uniti, solidali, partecipi, convinti assertori che solo un Sogno Comune e Condiviso può divenire Realtà, altrimenti rimane ai margini della fase rem restando Utopia. Poi ci sono i “ miserabili” nel senso di : Insufficiente, scarso, del tutto inadeguato ( dizionario della lingua italiana )… e sono i Generali di questo strampalato esercito. Quelli di “ Facite ammuina”…. Ne vedete qualcuno che risponde a queste caratteristiche in questo periodo? Io sì…e, come ha fatto qualche giorno fa il Presidente del Consiglio parlando alla nazione, potrei fare nomi, cognomi, riferire paternita’ politica, pur non disdegnando altri nomi di altre casacche, tutti rei , con i loro predecessori , di averci condotto al martirio. Ma, ometto i nomi, ben consapevole che Les Miserables , nella accezione negativa, sappiamo tutti essere un epiteto con destinatari ben identificabili. “ll miserabile, ogni qual volta ha il tempo di pensare, si fa piccolo davanti alla legge e meschino davanti alla società; si getta bocconi, supplica e cerca di toccare il tasto della compassione. Si sente che sa d’aver torto.(Victor Hugo)”. Quelli che mentre il vascello affonda e tutti sono a prua, a poppa, a Dritta, a tribordo ecc… non sanno reggere il Timone perché nessuno li ha preparati all’evenienza che il mare presenta Tempeste e Bonacce ed entrambe vanno affrontate con occhio attento e lungimirante. Infine ci sono i “ MISERABILI” nel senso di : Degno del massimo disprezzo; spregevole dal punto di vista morale ( dizionario della lingua italiana) …. E sono i Burattinai di questo teatrino che è divenuto il mondo. Ombre, non anime che dell’oscurità si cibano. Non dell’oscurità poetica della notte capace di far emergere la luce che sta in fondo ai nostri esseri al cospetto della luna o delle stelle. Ma di un’oscurità che emerge direttamente dalle viscere del male che non può essere illuminata neppure dal Sole più cocente, perché è intrisa delle lacrime dei popoli e delle genti lasciate languire e morire in nome di una Kalì che esige solo sacrifici umani. Come ieri…Pasqua. In un mondo falcidiato dal Coronavirus, cosa vogliamo che siano coloro che affrontano ilmare  fra i miserabili dei miserabili: i migranti? Le bagnarole del mare e i gommoni salpano ancora…e si muore mentre il mondo conta altri morti. Ipocritamente conscio che si muore uguali, ma che alla morte si arriva disuguali. A me il libro “ I Miserabili “ piacque molto… per il riscatto che se ne intravede, per quella serena morte di chi ha compiuto fino in fondo la volontà della propria coscienza… E, anche oggi desidero nutrirmi ancora di quella Speranza che vi lessi. Il Domani che riscatta e salva. Per onorare i sacrifici fatti. La vera “Ecatombe Miserabile” sarebbe se il Dopo tornasse uguale al Prima. Se la pandemia non avesse insegnato nulla sugli assetti politici ed economici. Sui ” miserabili della politica nazionale e transnazionale” e sui ” miserabili” lasciati a languire dalla Finanza che fagocita, ruba e logora…anche le pazienze! “Un ventre di miserabile, la razza a cui io appartengo, ha più bisogno d’illusioni che di pane.(Georges Bernanos) ”