DECRETO LIQUIDITA’. GOLDEN POWER PER EVITARE ARTIGLI DI AVVOLTOI SU IMPRESE STRATEGICHE

DECRETO LIQUIDITA’. GOLDEN POWER PER EVITARE ARTIGLI DI AVVOLTOI SU IMPRESE STRATEGICHE

Sta per arrivare l’atteso soccorso finanziario alle imprese con il “decreto liquidità”, il quale prevede garanzie sui prestiti e rinvio dei pagamenti. La copertura statale arriverà al 100% per prestiti alle imprese fino a 800 mila euro. L’esecutivo ha lavorato anche sul Golden Power, tramite un piano d’interventi volti alla tutela delle aziende italiane,  diretti a preservarle dagli assalti stranieri in questo momento di estrema vulnerabilità. Implicito il messaggio: l’Italia non deve andare ‘ai saldi’, le grandi aziende, che per ovvie ragioni attraversano un periodo di grandi difficoltà, non possono diventare retaggio di ambite scalate da parte di avidi sguardi che osservano la preda in attesa magari dell’arresa, come avvoltoi che volteggiano intorno e aspettano il momento opportuno per allungare gli artigli. Le imprese, dalle più importanti e strategiche, che tengono alto l’orgoglio del ‘made in Italy, alle più piccole, rientreranno nello scudo del Golden Power, attraverso il quale il Governo estenderà la tutela anche a nuovi settori dell’economia, quali la filiera alimentare, il settore assicurativo e finanziario. Protezione non solo nei confronti di paesi extraeuropei, ma anche dentro la stessa Unione europea. L’economia italiana non può finire ‘ai saldi’, e il nostro tessuto produttivo sarà preservato con tutti i mezzi possibili dal rischio di speculazioni oltre confine. Oggetto di tutela sarà in primis il settore trasporti, quello sanitario, le comunicazioni, difesa. Il nuovo provvedimento dunque si prefigge di tutelare a lungo raggio le imprese che operano nel territorio nazionale, il Golden power sarà pertanto rafforzato . Tra le norme che fanno parte dello scudo vi sono quelle applicabili su eventuali operazioni all’interno dell’Ue, al fine di rendere più severi gli obblighi di comunicazione alla Presidenza del Consiglio su eventuali acquisizioni di quote di azioni riguardanti le Pmi. Nella fattispecie qualora risultassero strategiche per la difesa del controllo societario, così che non diventino bersaglio di speculazioni. L’esecutivo ha più volte sottolineato  il valore di questi interventi, e  la necessità di “salvaguardare gli asset strategici del Paese”, proprio per mettere in rilievo la priorità della tutela su aziende fondamentali per il nostro patrimonio produttivo, rimarcando che il Golden power “sarà il vaccino” contro il pericolo di scalate ostili, senza dimenticare che le Pmi rappresentano una fetta importante della produzione, e sono in definitiva come la spina dorsale del Paese, perché creano valore in settori strategici dell’economia” . “Le imprese hanno bisogno di liquidità ora, il Golden power sarà una tutela per i nostri asset” – afferma  il vice ministro dell’Economia, Laura Castelli, che aggiunge: «Non è possibile iniziare un percorso di ricostruzione post-coronavirus, che ci farà rientrare in 20 anni dagli investimenti, con l’ombra di un commissariamento. Il Mes non ci garantisce di procedere senza i problemi contabili delle vecchie regole del Patto stabilità. Ma allora dobbiamo avere la rassicurazione che non stiamo sospendendo le regole per soli due-tre anni e poi ci ritroveremo la Troika in casa.La politica deve scegliere come utilizzare bene le leve per sostenere le aziende italiane con strumenti che hanno moltiplicatori importanti, usati in tutto il mondo. Dobbiamo avere tutti in testa che le imprese hanno bisogno di liquidità. Ora». Intanto per quel che concerne i finanziamenti alle grandi aziende, entra in azione la Sace (Società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti), con un Fondo ‘salva-imprese’.  Al momento non sono state ancora definite del tutto le condizioni di copertura statale. La dotazione comunque aumenterà per le piccole e medie imprese fino a 7 mld, e sarà in grado di generare liquidità fino a 100 mld.La scadenza dei prestiti è a 6 anni. Le garanzie prevedono questi ‘parametri’ di valutazione: Per i prestiti fino a 25mila euro ci sarà una garanzia  fino al 100%, e non rientreranno criteri di merito del credito. Per i prestiti fino a 800 mila euro, ci sarà il 100% di garanzia, ma con criteri di valutazione del merito, ai fini dell’accertamento della solvibilità. Prestiti fino a 5 milioni di euro, la garanzia è al 90%, ma si rende possibile fino al 100%, con una controgaranzia dei confidi, ovvero dei consorzi che hanno la funzione di fornire garanzie alle imprese. Si valuta anche la solvibilità, secondo i riferimenti alla condizione dell’impresa nel periodo precedente l’emergenza sanitaria. Per quel che riguarda Sace, la società facente capo a Cassa Depositi e Prestiti, all’interno dell’esecutivo si è creato un dibattito acceso, dato che il M5S non converge con gli intenti del ministro Gualtieri e del PD sul destino della società, che dovrebbe offrire le dovute garanzie alle banche per i prestiti alle imprese. Gualtieri e PD vorrebbero riportare Sace sotto l’ombrello del Tesoro, mentre i rappresentanti dei 5Stelle vorrebbero che restasse in Cdp. A causa di queste divergenze il presidente del Consiglio Conte ha ritenuto di rimandare la riunione prevista in data odierna, in attesa che si sblocchi il confronto tra i due schieramenti, magari con un compromesso, più che probabile, che permetta comunque al Mef la supervisione su Sace.  Il dossier ha tuttavia causato uno slittamento di 48 ore sul varo del decreto liquidità. Nonostante gli attriti nella coalizione di governo, l’accordo, con l’intermediazione del premier, dovrebbe essere garantito, dato che nel corso di questa emergenza ogni attrito è stato superato con il buon senso e la collaborazione. Quello che conta è che entro metà aprile saranno rifinanziati, per un importo di circa 15 miliardi, gli ammortizzatori sociali, per lavoratori, famiglie e autonomi, duramente colpiti dai blocchi dell’attività produttiva causati dall’emergenza. Interventi concreti, che porteranno un po’ di ossigeno nel nostro tessuto produttivo, il quale non potrebbe resistere ancora per molto all’inattività senza gli opportuni interventi dello Stato. E’ un’economia fortemente a rischio e piuttosto vulnerabile, quella che si presenta ai raggi x dei numeri dopo un mese di blocco, lo ha sottolineato più volte anche Vincenzo Boccia negli ultimi comunicati: il rischio del tracollo è tutt’altro che ipotesi remota. E tante potrebbero essere le imprese così drammaticamente colpite dall’immobilità da non essere più in grado di ricollegarsi alla catena produttiva, allorché l’emergenza consentirà di riaprire i battenti.