DELLA POLITICA DI FARSI I FATTI PROPRI E ALTRE FRIVOLEZZE PANDEMICHE

DELLA POLITICA DI FARSI I FATTI PROPRI E ALTRE FRIVOLEZZE PANDEMICHE

Se c’è una cosa che la (mala) gestione delle emergenze dovrebbe averci insegnato è che se si decide senza tenere conto delle tensioni tra diversi diritti e interessi ci si schianta. Contro una cosa dura e ostinata che si chiama realtà. Ecco allora che il punto non è la riapertura della Lombardia, che può essere discussa. Nel migliore dei mondi possibile lo si farebbe ascoltando virologi, epidemiologi, clinici, sociologi, psicologi. Ognuno analizzerebbe la situazione dal proprio punto di vista, senza entrare nelle competenze altrui, per permettere ai decisori pubblici  di compiere delle scelte, da sottoporre al controllo democratico dei cittadini. Il punto, dicevamo, non è vivere o no nel migliore dei mondi possibile. Il punto è farsi sempre i fatti propri, fregandosene del resto d’Italia, da 30 anni a questa parte, ossia da quando c’è la Lega.Non chiudi quando c’è da chiudere e infetti i tuoi cittadini e quelli delle regioni vicine, poi pretendi la chiusura del resto d’Italia perché non vuoi che le tue imprese possano subire la concorrenza di quelle di altre regioni, poi quando le altre regioni tengono sotto controllo i contagi e potrebbero riaprire gradualmente – e in quel modo sostenere il resto d’Italia (vige ancora il principio di solidarietà che leghisti e buona parte del Pd avrebbero abolito volentieri) – allora vuoi riaprire anche tu con il rischio di una seconda, devastante, ondata di contagi. **Corollario: però te la prendi con l’anziano che fa una passeggiata intorno a casa, con il bambino che ha bisogno dell’aria aperta, con il disabile che sbrocca recluso in quattro muri, con tutti quelli che, visto che tu Regione non sei in grado di proteggere la salute pubblica, pensano di dover arrangiarsi per conto proprio e ritengono che passeggiare mezz’ora al giorno sia fondamentale per mantenersi in salute e combattere il virus con le proprie forze