LOMBARDIA. TAMPONI PRIVATI A PAGAMENTO: ALLARME E SMENTITE
Scoppia un nuovo caso in Lombardia. L’ennesimo. Uno di quelli che vorremmo non essere vero. Il Consigliere regionale del PD, Samuele Astuti, con riferimento ai tamponi e alla loro costante richiesta e penuria denuncia che “L’assessore Giulio Gallera diceva che non se ne possono fare di più, ma esiste un mercato privato, un Far West senza regole. Sappiamo che ci sono altri 40 laboratori che possono processare i tamponi e aspettano solo il via libera dalla Regione. In compenso sappiamo che ci sono laboratori che li offrono per cifre molto variabili, alcuni a 150 euro, altri pure il doppio”. In un momento in cui fornire tamponi, test sierologici a operatori sanitari in prima linea e a soggetti che presentano sintomi appare come una impresa titanica in Lombardia, comportando sforzi immani da parte delle aziende pubbliche, parrebbe, secondo l’allarme lanciato dal consigliere, che addirittura 3 o 4 laboratori privati eseguissero a pagamento , dietro esborso di cospicue somme, i tamponi ad aziende e a privati. Astuti avrebbe, però, indicato solo il San Raffaele Resnati dove, secondo la sua denuncia, veniva data la possibilità ad aziende e a privati di usufruire del test del coronavirus a pagamento . L’Ospedale San Raffaele ha diramato in queste ore una nota atta a smentire le affermazioni del consigliere. La direzione dell’ospedale, infatti, specifica che non è stato eseguito alcun tampone ad utenza privata, ma solo ai soggetti interessati per come indicati nelle delibere regionali. Nella nota si specifica che il San Raffaele Resnati , societa’ che gestisce alcuni poliambulatori legati all’ospedale San Raffaele di Milano, si sarebbe limitato a erogare il servizio tamponi “all’interno delle convenzioni di medicina del lavoro instaurate con alcune aziende per gli adempimenti del D.Lgs 81/08 e, eccezionalmente, a soggetti possibilmente portatori del virus Sars-Cov-2, e quindi possibilmente infettanti, e solo su richiesta specifica del medico di medicina generale o di altri medici specialisti”(cfr.La Repubblica) Nella nota si farebbe riferimento, inoltre, all’utilizzazione in uno dei poliambulatori riconducibili alla societa’ San Raffaele Resnati, di un codice errato che avrebbe erroneamente comportato il pagamento dell’esame. Costo che, secondo la nota medesima, sarebbe da restituire a coloro che lo avessero pagato. La situazione ha innescato l’insorgere di polemiche e LEU avrebbe gia’ preannunciato la presentazione di una interrogazione parlamentare in merito ai fatti evidenziati. Lo stesso Fratoianni ha dichiarato: ” Basta con la speculazione sulla salute. Ogni risorsa disponibile nella lotta al contagio deve essere messa a disposizione di un piano di salute pubblica. Tutto il resto è inaccettabile. Avevamo già posto il problema nelle settimane scorse, ma vedo che nessuno ha fatto nulla né si è intervenuti”. ( Nicola Fratoianni). Sarebbe grave se i fatti trovassero conferma. In una Lombardia in ginocchio per i tanti contagiati e per la tragedia dei morti per coronavirus, fa male appurare che si speculi sulle paure della gente e che, ancora una volta , l’elemento distintivo per la prevenzione sia il denaro.
