PASQUA A FAVIGNANA
Negli ultimi anni la Pasqua è stata per me e un gruppo di amici, aficionados a las isla, l’occasione per ricominciare a frequentare Favignana dopo la pausa invernale. Un pretesto per riassaggiare i sapori e gli odori dell’isola che in Primavera subiscono una sontuosa esplosione e preannunciano l’ebbrezza dell’estate. Di solito, prendevo il traghetto la mattina del sabato quando ancora sul ponte della nave giungevano gli ultimi echi delle musiche che accompagnano la processione dei Misteri, nel momento cruciale del loro rientro nella chiesa del Purgatorio.. Ma devo confessare che, a quel punto, il mio pensiero era già concentrato su un dettaglio fondamentale della mia gita: arrivare in tempo per poter comprare il pesce appena preso dai pescatori di Favignana ed esposto nelle prime ore del mattino sui banchi attrezzati, o sui pianali dei furgoncini allineati sulla banchjna dove ormeggiano le loro barche. Nonostante i pescatori siano diventati negli anni sempre di meno, Favignana quasi mai delude gli amanti del buon pesce fresco..Deve esserci malo tempo per essere privati della possibilità di comperarne. Ma se il tempo è brutto, il che a Pasqua da quelle parti non è così raro, rimedieremo con sua maestà la salsiccia e la carne di ogni tipo, o con i carciofi, le favette e il pecorino. Perché anche se Favignana è un isola di mare , secondo la classica e poetica distinzione teorizzata del mio amico Mario Genco tra isole “di terra” e isole “di mare”, a Favignana ci sono contadini e allevatori capaci di onorare la cucina di terra con ottimi prodotti. Io ne conosco un paio. Sto parlando ovviamente degli obbligatori stravizi gastronomi della Pasquetta, quando sulla piana tra la montagna e il faro di Punta Sottile, che per me rappresenta un panorama familiare, si levano sin dalla mattina i pennacchi di fumo bianco dei barbecue accesi. Ma poi, buon tempo o malo tempo, pesce o carne, o verdure, quello che conta è stare insieme in armonia fra persone che, se non si amano almeno si piacciano. Ora, forse è un donodell’isola lontana e irraggiungibile se, in questi tempi di solitudine e di immobilità, i ricordi di quelle giornate festose, semplici e lente, lungi dal disperare, consolano. Restiamo a casa se vorremo uscirne. We’ll meet again.
