CORONAVIRUS. A PROPOSITO DELLE APP DI TRACCIAMENTO

CORONAVIRUS. A PROPOSITO DELLE APP DI TRACCIAMENTO

Nella discussione su questa roba delle app di tracciamento, mi sembra sia rimasto non indicato un problema potenziale: l’uso per indagini penali – anche se si trattasse di un sistema meno centralizzato. Se la Storia ci insegna qualcosa è che polizia e magistrati inquirenti ci mettono un attimo ad affermare l’uso di dati disponibili a fini di indagine. Ci saranno decreti ingiuntivi, ricorsi legali (ma intanto…) e discussioni politiche. Qualcuno chiederà una nuova norma di legge per “mettere dei paletti” e così facendo accetterà il principio che possano essere usati. Si dirà “solo per reati di mafia e terrorismo”, ecc. Tutto già visto, quindi se ne deve parlare subito, prima che accada e nella norma di legge che è in preparazione si dovrà esplicitare che questi dati NON possono essere usati a fini di indagini penali. Voglio vedere che cosa succede la prossima volta che in una indagine qualsiasi viene sequestrato un cellulare ed esaminato il suo contenuto: i dati accumulati localmente della app potranno essere utilizzati ai fini dell’indagine oppure no? O anche per altre indagini? E i dati di quelli con cui sono entrato in contatto? Magari gli amici avvocati ci hanno già pensato e ne hanno già scritto, ma insomma il problema non è (solo) l’esistenza di grandi database centralizzati e ciò che aziende e governo possono farci.