FA LA COSA BUONA
Ognuno reagisce come può al dramma che stiamo vivendo. Ognuno cerca di trovare un significato. Se nulla sarà come prima, speriamo almeno che il nostro poi andrà nella direzione della solidarietà. Perché allora vorrà dire che questo tempo, angoscioso, brutto, pieno di lutti di piccole e grandi dimensioni, non sarà trascorso invano. E così sono nate mille iniziative spontanee, tutte volte ad aiutare chi di questa quarantena sta pagando il prezzo più alto.Spese sospese, solidali, lezioni gratuite via web, parrocchie organizzate per andare in soccorso al disagio, gruppi di amici che trovano tempo e modo per aiutare secondo le loro possibilità, donne delle pulizie che continuano a percepire lo stipendio, gruppi di mamme che cercano di supportare i figli e i loro compagni di classe… veramente è uscito di tutto.Una contagiosa – sì contagiosa – propensione al fare e ad aiutare che fa uscire il meglio di noi; e prova a scommettere sul fatto che questo possa divenire la spina dorsale dell’organizzazione di domani. Si rispolvera la ormai dimenticata “banca del tempo” di antica memoria dove ognuno aiutava in base a quel che poteva fare e contribuiva così alla crescita della collettività.E’ un bel modo di mettersi alla prova questo. E’ una domanda che tutti ci stiamo ponendo: “cosa posso fare io, come posso contribuire io?”. E la risposta è sempre diversa perché così deve essere. Ma è la domanda stessa a dare genuinamente un contributo al mondo che verrà o meglio a quello che vorremmo che venga.Ci si organizza tra amici, come è avvenuto per la pagina Facebook di “Spesa solidale” a Roma, un vero e proprio social della solidarietà dove il bisogno può rimanere nell’anonimato, dove non si raccolgono soldi, ci si organizza per zone, per fare e portare la spesa, ognuno può contribuire. E che non si riesca neanche a dare il numero delle spese offerte dà la dimensione di quanto la situazione sia gioiosamente sfuggita di mano nella dimensione. Iniziativa mutuata anche a Salerno.Perché ogni cosa buona ne porta un’altra. Come dovrebbe sempre essere. Fino a ispirare il ragazzo che cede il rinfresco del suo compleanno all’ospedale Spallanzani, per ringraziare i medici.E quel che oggi è emergenza si immagina veramente possa essere incardinata organicamente domani in un supporto costante al bisogno. Nel senso più lato possibile. Nelle forme più diverse possibile.Si fa la cosa buona. Nella speranza che continueremo a farla anche domani. Altra lezione da imparare non c’è.
