LOMBARDIA, MOLTE COSE NON QUADRANO NELLA GESTIONE DEL CORONAVIRUS
Ci sono punti di domanda su cui mi interrogo in cerca di risposte:All’ospedale in Fiera Milano, con grande eco mediatica, sono stati allestiti 53 posti letto per la terapia intensiva e post-acuta. Lunedì prossimo quei posti in Fiera triplicheranno – arriveranno a 157.Eppure ad oggi, gli ospedali hanno trasferito in Fiera soltanto 12 pazienti (dato ufficiale, in via ufficiosa dicono anche meno).Ma perchè ?altri arriveranno ? quando ?E perchè non sono arrivati, finora ?Eppure il bisogno di spazi medicalizzati c’è – tant’è vero che i pazienti dimessi dalle terapie intensive e bisognosi di cure vengono spostati nelle Rsa (residenze per anziani vulnerabili che rischiano di “morire come mosche”). Per spiegare perchè succede, alcuni del settore avanzano due ipotesi:1)Manca, in Fiera il personale esperto (al bando della regione, che offriva contratti di lavoro scarsi, hanno risposto per lo più neolaureati in grado di affiancare i medici esperti, ma certo non di curare in autonomia persone così gravi, peraltro in una depandance non inglobata in una “struttura madre” ospedaliera).Non avrebbero dovuto essere reclutate maestranze più esperte, per una gestione operativa così complessa ?2)gli ospedali – se da una parte hanno estremo bisogno di riconvertire all’originaria funzione le sale operatorie e i reparti (ora dedicate a terapie intensive e post acute) – dall’altra per questi pazienti post acuti hanno “rimborsi” piuttosto alti.Ragionare di vite umane anche in termini di costi e benefici economici in condizioni normali è accettabile, anzi persino necessario. Ma oggi – in questa drammatica emergenza – farebbe apparire tutto ancor più triste.Insomma mi pare ci siano delle incongruenze e ancora non me le so spiegare del tutto.
