PENSIONI: IL MANTRA DELLA NECESSITÀ

PENSIONI: IL MANTRA DELLA NECESSITÀ

ETÀ PENSIONABILE. In questi giorni si giocano varie partite, tutte apparecchiate sul capo degli italiani. È noto il fatto che, in base al criterio basato sui dati Istat legato all’allungamento della vita media, verrà innalzata ulteriormente l’asticella dell’età in cui i lavoratori potranno godersi la meritata pensione, dal 2019 questi non potranno accedervi prima dei 67 anni. IL PD. Il PD, come ogni partito in ogni momento, ma a maggior ragione ora, è, nei fatti, già in campagna elettorale. Renzi si attende una sonora sconfitta alle regionali siciliane (non a caso non si è mostrato ultimamente nella terra di Pirandello), e vorrebbe che il governo rimandasse ogni decisione a dopo le elezioni nazionali alle quali si presenterà probabilmente come segretario di un partito che non è più il primo per preferenze nel Paese; la debacle di consensi potrebbe ingigantirsi (questa la paura) se venissero subito scoperte le carte. PADOAN E L’EUROPA. Padoan conosce bene le istituzioni extranazionali, un tempo era un inquilino di quelle, il Ministro dell’Economia sa che come ogni anno l’Europa ci aspetterà al varco con le solite richieste: meno debito, riforme strutturali, credibilità, solidità. I SINDACATI. I sindacati sono stati messi all’angolo da molto tempo dalla politica spalleggiata dall’industria e dalla finanza, non dimentichiamoci mai dei desiderata di JP Morgan (mega banca d’affari d’influenza mondiale) sulle riforme da attuare nei Paesi del Sud Europa (meno diritti, più flessibilità). Quando a tentare l’assalto all’arma bianca all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (no a licenziamenti senza giusta causa in aziende con più di 15 dipendenti) si presentò Berlusconi, milioni di italiani narrati epicamente da La Repubblica e capitanati da Cofferati (Cgil) bloccarono il mefistofelico intento…poi ci riuscì la sinistra e il suo quotidiano di riferimento non ebbe comportamenti editoriali assimilabili alla precedente stagione di lotta. Ai sindacati restano le briciole e debbono gestirle: contrattare nei prossimi giorni la fuoriuscita anticipata dei lavoratori addetti a mansioni usuranti. I DATI OCSE. I dati Ocse (organizzazione nata nel dopoguerra che raggruppa vari Paesi del mondo e si perita anche di monitorare l’economia in generale ed il lavoro) ci dicono che gli italiani vanno già ora in pensione in media due anni dopo il resto degli europei, solo la Grecia prevede il raggiungimento del sessantasettesimo anno di età per l’agognato riposo e sappiamo bene come la Grecia, dissanguata, debba pedissequamente obbedire alla UE. INPS. Il risultato economico dell’Inps per il 2017 sarà negativo per 6,152 miliardi di euro. Nel 2015 Tito Boeri, uomo al vertice dell’Inps, aveva proposto una riforma, mai attuata ed osteggiata dal consiglio di indirizzo e vigilanza, questa nelle intenzioni di Boeri, tagliando varie poltrone, avrebbe portato un risparmio di 8 milioni di euro, avrebbe però allontanato dal consiglio di indirizzo e vigilanza vari attori compresi i sindacati; è altrettanto vero però che i detrattori sostengono come questa riforma avrebbe fatto di Boeri una sorta di asso piglia tutto… DALLA FORNERO IN POI. Come è noto ai più dalla riforma Fornero in poi (governo tecnico Monti) si è passati definitivamente dal metodo retributivo al metodo contributivo per il calcolo della pensione. Con il metodo retributivo la pensione veniva calcolata sulla media dei redditi degli ultimi anni di lavoro con varie modalità a seconda che si trattasse di lavoratori dipendenti o autonomi e a seconda degli anni di riferimento (essendoci state varie riforme). Con il metodo contributivo si calcolano i contributi effettivamente versati durante la vita lavorativa, poi si considera l’intera quantità di contributi versati e li si rivaluta in base all’indice Istat delle variazioni quinquennali del Pil moltiplicandolo per il coefficiente di trasformazione, questo si aggiorna ogni 3 anni (dal 2019 ogni due) e varia in base all’età del lavoratore al momento della pensione, dal 2012 il contributivo è il metodo unico di calcolo. Inutile aggiungere che il nuovo metodo permette allo Stato nel complesso di spendere meno denaro. LE CASSE DELLO STATO E I POZZI SENZA FONDO. Quando l’Europa osserva le nostre proposte in materia economica normalmente solleva una “vexata questio” come direbbe un tecnico con trascorsi giuridici: se si parla di denaro recuperato dalla lotta all’evasione la proposta sembra “scritta sull’acqua”, mancano delle reali specifiche. E’ un fatto che una reale lotta, serrata, contro l’evasione fiscale, non porta consensi, sposta piuttosto voti. Più o meno velatamente, in passato, una certa parte politica ha strizzato l’occhio ai propri elettori proprio in questo senso lassista (Silvio Berlusconi ebbe a difendere una sorta di “evasione legittima”, utile a difendersi dalle angherie dello Stato). L’economia sommersa e le attività illegali in Italia valgono circa 208 miliardi di euro (dati Istat 2015).Un pozzo che pare non vedere il fondo è poi quello delle spese della politica italiana, ogni anno la spesa ammonta a ben 24,7 miliardi euro (Il Sole 24 ore), in generale l’Italia è la pecora nera d’Europa su questo fronte.E le spese militari? In continuo aumento, gli F35, aerei da guerra americani che per stessa ammissione dei produttori non funzionano a dovere continuiamo ad acquistarli. In Italia si spendono 64 milioni di euro al giorno per questioni militari. Al nostro Paese le spese militari, al netto dell’aspetto etico, non portano chissà quale ritorno economico, salvo la difesa di qualche struttura, magari un ponte, di fabbricazione italiana in zone calde, la difesa di pozzi di petrolio e il ritorno dei fabbricanti d’armi italiani quando si aggiudicano le commesse (settimi al mondo per produzione), si tratta soprattutto di obbedire a diktat di chi davvero conta: gli USA per ogni guerra dall’America decisa (ovviamente al tg si trasforma in “missione di pace”) e addirittura Sarkozy, il quale ci ha presi per mano nel bombardamento della Libia (i profughi restano poi a noi) assieme al Nobel per la pace Barack Obama…Pochi giorni fa l’ex Premier Berlusconi ha rinnovato in Sicilia l’impegno per il ponte sullo stretto. Il ponte sullo stretto è l’equivalente politico dello spirito santo il quale non si vede ma produce i propri effetti; il ponte non c’è ma continuiamo a pagarlo, abbiamo pagato il progetto, pagheremo i danni se non lo faremo e poi pagheremo se lo faremo, in terre in odore di mafia… MANUALE DI PSICOLOGIA. Normalmente studiando psicologia si incappa in qualche pagina legata all’idea di percezione. La mente umana ha bisogno di stabilità, se vede una figura ambigua corre ai ripari con una disambiguazione, se vediamo quattro punti disposti in un certo modo su di un foglio o alla lavagna, mentalmente li uniamo, vediamo già un quadrato e se il compito affidatoci è “unisci i 4 punti con 3 segmenti che a loro volta dovranno unirsi senza staccare la penna dal foglio” andiamo un po’ in confusione…noi vediamo un quadrato, non comprendiamo che possiamo creare una figura più grande uscendo dal recinto: possiamo disegnare un grande triangolo… Costruire un grande triangolo significa uscire dal mantra un poco bocconiano del “è necessario”, “i conti non tornano”. Costruire un grande triangolo uscendo dal recinto significa porsi un’altra domanda: come spendiamo tutti gli altri soldi?