LA BOTTEGA DI SAN GIUSEPPE FALEGNAME DEL “MAESTRO DI SERRONE”

LA BOTTEGA DI SAN GIUSEPPE FALEGNAME DEL “MAESTRO DI SERRONE”

Zona ricca di boschi il territorio di Serrone tra Foligno e il Valico di Colfiorito, nel Seicento lo era anche di legnaioli costruttori di carrozze. Devono essere stati questi maestri d’ascia a rivolgersi a un caravaggesco fiammingo o francese presumibilmente di stanza a Roma per un quadro dedicato a san Giuseppe da collocare in un altare della chiesa di paese.Scoperto da Bruno Toscano durante un lungo lavoro di ricerca nel territorio umbro venne fatto conoscere nel 1989 alla mostra spoletina sintesi di quel lavoro “Pittura del Seicento Ricerche in Umbria”. Attribuito convenzionalmente al Maestro di Serrone la “Bottega di san Giuseppe” si qualificò come il dipinto di maggior pregio e interesse.All’interno d’una bottega da falegname il Bambino gioca con due pezzi di legno creando una piccola croce e sorride birichino al turbamento che sta provocando nei suoi genitori che sembrano avvertire quello che accadrà.Il volto della Madonna persa nel suo pensiero è sottolineato dalla mano con l’ago che si è fermata nel vuoto interrompendo l’antico gesto del cucire. Il ditale al dito, il mignolo che solleva il filo e il modo con il quale tiene con la sinistra la stoffa raccontano un gesto familiare alle donne fino a non molti anni fa. Ai suoi piedi la bella natura morta dal cui gomitolo il Bambino ha preso il filo per legare a croce le due assicelle.San Giuseppe (la sua testa pelata, la spessa stoffa ocra del vestito, le scheggiature nella trave che lavora e la porta della bottega consumata dal sole sono mutuate dal Caravaggio romano) non ha un ruolo marginale, partecipe in pieno del disegno divino ha interrotto il suo lavoro accomunato allo stesso pensiero della moglie.Un quadro dalla sottile e trattenuta inquietudine dove persino il truciolo di legno al bordo del bancone di lavoro ha sospeso la caduta verso terra. Anche la luce contribuisce a creare l’atmosfera psicologica; sembra d’essere sul far della sera, il paesaggio dietro la finestra è già all’ombra mentre dalla porta entra radente l’ultima luce che, passando sotto il braccio di Giuseppe, illumina la Madonna e il Bambino. In fondo, all’ombra, appesi alla parete arnesi da lavoro, gli unici a non essere coinvolti nel turbamento che aleggia nella stanza.La “Bottega di san Giuseppe”, capolavoro del ‘600 in Umbria, dal terremoto del 1997 è al museo diocesano di Foligno. Dovere di tutti è farlo tornare a Serrone. Solo lì; tra i suoi boschi, nella sua chiesa, nel suo paese, tra i suoi paesani tornerà a sprigionare compiutamente il suo racconto, le sue delicate inquietudini, la sua bellezza.