LA DIFFICOLTA’ DI EMPATIZZARE
Le esperienze nella vita non ti rendono necessariamente una persona migliore, ma di certo aumentano la possibilità che tu possa provare empatia, immedesimarti nelle situazioni. In questi giorni abbiamo assistito alla nascita di un bambino bellissimo e patinato come i suoi genitori eppure io, che pure sono madre, non riesco ad immedesimarmi ed empatizzare con la sua bellissima e biondissima mamma. Forse perché non sono bionda, non ho più 30 anni, non sono bella come lei e per me la prima maternità soprattutto è stata fatta di gonfiore da prolattina, ragadi, fatica e capelli fuori posto. Forse perché è difficile empatizzare con la materia lucida, non porosa, patinata, appunto. E’ difficile empatizzare con la perfezione non tanto estetica, quanto di quotidianità. E per perfezione intendo quel non aver nulla fuori posto, tutto che entra in caselle ben precise, anche le spinte, anche il seno gonfio di montata, anche il cane che lecca i tatuaggi. E’ tutto effortless, quando quasi per tutti, nella vita, di effortless c’è ben poco.Vi sembrerà assurdo, ma riesco ad empatizzare di più con Nina Moric che grida il suo dolore scomposto per non avere più rapporti con suo figlio Carlos. E non perché sia più semplice empatizzare con gli aspetti negativi della vita altrui, piuttosto perché in quelle dichiarazioni scomposte, fragili, sbavate come il mascara la mattina dopo, pulsa il sangue, pulsa la vita.Non è il cosa, è il come. Il come è tutto, o quasi.
