LA MIA “FASE 2”

LA MIA “FASE 2”

Come tutti vorrei una riapertura confezionata su misura per me, e come tutti sarei pronto ad argomentare i punti che mi riguardano ignorando tutti gli altri perchè la voglia di riacquistare la libertà fa a cazzotti con la paura che lo strafottuto Covid19 possa portarsi via chi amo e me stesso. La prima libertà che vorrei è quella di muovermi in macchina a piacimento. Se sono una valida difesa le paratie di plastica spuntate un po’ dappertutto tanto più lo è l’abitacolo della mia auto, giusto? La seconda libertà è quella di portare con me i miei adorati cani. Tra le tante incertezze che gli scienziati hanno sul virus almeno una cosa è chiara e accertata, e cioè che cani e gatti possono essere infettati da un umano ma che è assolutamente impossibile il contrario. La terza libertà riguarda la riapertura degli impianti sportivi all’aperto. Non i campi da calcio, da tennis, da cricket o da base ball. Quelli da golf, dove il contatto tra giocatori potrebbe avvenire soltanto negli spogliatoi che terrei rigorosamente chiusi. La quarta e ultima libertà riguarda i ristoranti, quegli enormi ristoranti fuori porta con 200 posti all’interno e altrettanti all’aperto. Tavoli ben distanziati solo per singoli e familiari conviventi, personale opportunamente protetto e stoviglie monouso. Visto come è facile pretendere di fare i comodi propri con argomenti inoppugnabili? Nulla ci rende più convincenti, egoisti e miopi dell’individualismo, l’ostacolo peggiore per affrontare e vincere una battaglia collettiva.