MA PERCHÉ SI PARLA ANCORA DI RENZI?
Ancora. Ancora tocca vedere le aperture di ogni giornale che “conta” dedicate a Renzi e ai suoi mal di pancia. Ancora paginate sulle dimissioni vere o finte o a scoppio ritardato. E ancora noiosissimi commenti e dibattiti sulla quasi morte della sinistra da salotto, delle socialdemocrazie europee che sono la stessa cosa, sul perché le proposte tanto chic di “Liberi e Uguali” o di Emma Bonino non se le siano filate nessuno. Ancora ci si incarta, come se per l’Italia fosse di somma importanza, sulle beghe in casa Pd. Non c’è nulla da fare. I giornali, gli intellettuali che per decenni si sono abbeverati alla medesima fonte, non sanno fare altro che guardare al passato e non al futuro. Sono stantii, sanno di muffa, li abbiamo visti tutti in televisione tracollare sotto ai primi exit pool. La faccia di Lucia Annunziata era una smorfia di disgusto. E ancora si parla di Gentiloni, che però, sì, ha governato bene (a colpi di virgole istat), benedetto dall’Europa e magari chissà, Mattarella lo prega di rimanere. Ancora ci si contorce sul nulla messo insieme – e ottenuto – da liste inventate a tavolino come quella della Lorenzin, a cui infatti gli italiani hanno detto: no grazie. Invece è arrivato il momento che questa pseudo sinistra –e anche quella di lotta e di battaglia impegnata a occupare chiese e case – la si lasci riposare in pace. O lottare, se volete, purché non faccia casino con scontri e manifestazioni a cui si è applicata scientemente in campagna elettorale. O con proposte assurde, come quella di Potere al Popolo (che non è entrato in Parlamento, ma in futuro non si sa mai), di abolire il 41 bis, ovvero il carcere duro, per i mafiosi. E naturalmente, tanti cari saluti e onore ai caduti, purché anche loro non rompano troppo le balle. I compagni a lutto ovviamente non si rassegnano, è loro diritto, ma se stanno zitti per un pochino è meglio. Tanto per farci riprendere dall’ ubriacatura che ci è stata propinata negli ultimi anni su giornali e tv. E per fortuna che si è smesso, causa elezioni avvenute, di parlare dell’onda nera che ci avrebbe travolto. Del grande allarme sulla marea montante del fascismo da cui dovevamo tutti guardarci iscrivendoci all’anagrafe antifascista altrimenti il cielo ci fulmini. L’onda nera si è rivelata inesistente visto che i gruppi di “destra-destra” non hanno combinato quasi nulla e tutti possiamo metterci tranquilli. Berlusconi non ha incantato più di tanto e pazienza. E’ stato trattato con i guanti, va detto, in questa campagna elettorale, ma solo perché si sperava nel grande inciucio con Renzi. Altrimenti Repubblica l’avrebbe azzannato. Ricordare i suoi problemi giudiziari sembrava sgarbato, come anche il fatto che, in certe occasioni pubbliche, fosse in “evidente stato confusionale”: lo ha detto chiaramente solo un corrispondente della Reuters. Ora che non si ha più timore di incidere sul voto, possiamo anche ridere di certe sue stravaganti uscite: “Nel 2002 riuscii a far entrare la Federazione russa nella Nato”. Boh. E ancora: “Il Pil sommerso è di 800.000 euro”. Ariboh. “Ho portato le pensioni di 1,8 milioni di italiani a mille lire al mese”. Va beh, comprensione, l’età avanza per tutti. Di fatto gli italiani nelle urne hanno manifestato un certo desiderio di mandarlo in pensione e gli hanno preferito Salvini. E ora? Pensiamo al futuro, se possibile. Alla voglia di nuovo che ha manifestato l’Italia e al suo grido di aiuto. Solo a questo: il resto è già preistoria. Il “semplicemente senatore”, come Renzi adesso si definisce, andrà quanto prima a palazzo Madama e bisognerebbe chiudere bene la porta, in modo che non faccia altri danni in giro per l’Italia. Lì sarà uno dei tanti, all’opposizione, e che il cielo ci aiuti e ci preservi dalle sue ambizioni. Lentamente si spera che anche i grandi giornali e tv procedano alla derenzizzazione.
