CASO REGENI. LA FAMIGLIA: IL PAPA PARLI DI GIULIO IN EGITTO
I genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, hanno tenuto nella giornata di ieri una conferenza stampa in Senato per fare un “sunto” su quelli che la mamma del ricercatore ha definito “14 mesi surreali”. I Regeni hanno rivolto un appello proprio a Papa Francesco- che i prossimi 28 e 29 aprile sarà in viaggio in Egitto- affinché venga affrontata la vicenda del loro figlio torturato e ucciso. “Siamo sicuri che il papa non potrà in questo viaggio non ricordarsi di Giulio, unendosi alla nostra richiesta di verità per avere finalmente un po’ di pace”. La famiglia ha precisato “Non basta proclamare verità per Giulio, dobbiamo agire”, ha detto Paola Regeni, mentre il padre «Abbiamo avuto rassicurazioni dal premier Gentiloni. Continuiamo a confidare nelle nostre istituzioni». La famiglia ha anche confidato di avere riflettuto a lungo sull’opportunità di mostrare una foto di Giulio di come fu ridotto dalle torture subite, ma di avere riconosciuto che immagini simili farebbero troppo male. “Nessuno ha mai visto in occidente quello che gli hanno fatto – ha spiegato la mamma – e forse una cosa così non l’hanno mai fatta neanche ad un egiziano”. I genitori hanno mostrato invece la foto di un murales creato a Berlino, che raffigura un gatto ferito, come simbolo dell’Egitto, e accanto il volto di Giulio, diventato simbolo di ciò che in quel Paese sta accadendo. Il legale della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, è intervenuta precisando che le autorità egiziane devono uscire “dall’oltraggioso silenzio” e rispondere alla procura di Roma: “Abbiamo i nomi e i volti di coloro che sono coinvolti nella sparizione e nell’omicidio di Giulio, ma non abbiamo i mandanti e, soprattutto, il perché il ricercatore è stato ucciso”. La Ballerini ha anche sottolineato, concludendo, che ormai ci sono le “prove” del coinvolgimento dei servizi di sicurezza egiziani.
