GOVERNO: A BERLUSCONI IL PROGRAMMA, A LETTA L’ESTETICA.
I fatti della storia spesso fissano se stessi in immagini: il Presidente cileno Salvator Allende con l’elmetto dentro il palazzo presidenziale. Gli ultimi soldati americani in fuga dal Vietnam attaccati all’elicottero. I berlinesi dell’Est che attraversano in massa il muro di Berlino. I due aerei che centrano le Torri gemelle… Se dovessi indicare la foto di questo periodo politico italiano, sceglierei quella di Bersani disperato con le mani sulla testa quando Napolitano è ridiventato Presidente della Repubblica. Vedendo quell’immagine ho pensato che sotto la testa non c’era più niente. Non c’era più un partito, non c’erano più i suoi elettori, i suoi programmi, ideali, valori. Era solo un contenitore di interessi e rancori. Per la verità la rappresentazione metafora del tutto è quella che non vedremo mai: la sorridente foto di gruppo dei 101 grandi elettori del Pd che hanno accoltellato Prodi nel segreto dell’urna. Su quelli il silenzio è tombale. E questo in un Paese dove si sa tutto delle trame, amanti comprese, dei politici. Se ti spediscono un avviso di garanzia i giornalisti vengono avvisati prima che la lettera finisca nella cassetta della posta. Sconosciuti entrano nell’indifferenza di tutti nelle mail di deputati e senatori del Movimento 5 Stelle. Il segreto tenacemente custodito da molti dirigenti Pd su quei 101 è veramente inquietante. Fa “tremar levene e i polsi”se si pensa che in Italia gli unici che mantengono i segreti sono stati gli iscritti alla P2 di Gelli e alla Gladio di Cossiga, sono gli affiliati alla mafia, ndrangheta, camorra. La congiura contro Prodi, comunque, è solo la tappa di un percorso che dall’incontro notturno Berlusconi Bersani è arrivato al governassimo guidato da Enrico Letta. Governo che per il Pd è il fine ultimo, non il mezzo, come dovrebbe essere, per raggiungere obiettivi e realizzare programmi ed un’idea di società. Berlusconi, invece, i suoi obiettivi li aveva. Uno, la salvaguardia di se stesso. Gli altri li ha sintetizzati con sottile perfidia in otto punti. Otto punti, tanti quanti Bersani e Letta ne presentarono ai 5 Stelle. Il nuovo Presidente del consiglio, consapevole di dover subire e il salvacondotto per Berlusconi ed i suoi punti programmatici, per farli digerire al sempre più esiguo “popolo del Pd” ha spostato la trattativa dal programma all’estetica di governo. Ha voluto che almeno le facce e l’anagrafe dei ministri fossero presentabili. Come quei fruttivendoli che nascondono la parte ammaccata e bacata delle mele, ha nascosto dietro i volti dei ministri la macelleria sociale che il programma di Berlusconi comporterà. Basteranno l’appoggio quasi totale dei media (tornando all’estetica Repubblica di oggi titola: “Ecco il governo Letta, giovani e donne”), la competenza di alcuni ministri, la gioventù di altri e a coprire il vero scopo del governo Letta? A leggere i sondaggi pare di no. Molti elettori del Pd hanno già capito e cercano nuove botteghe. Sull’insegna di una di queste c’è scritto astensione. Purtroppo. come ci ha dimostrato il Friuli, per ora è la più frequentata.
