LE CONTRADDIZIONI SECONDO BOB DYLAN IN UNA NUOVA CANZONE, ECCOLA

LE CONTRADDIZIONI SECONDO BOB DYLAN IN UNA NUOVA CANZONE, ECCOLA

Si rifà vivo Bob Dylan con un’altra canzone lanciata sul web e sulle piattaforme. E gli indizi che si tratti di assaggi di un futuro nuovo album diventano più pesanti. Sono passati otto anni da Tempest, l’ultimo disco di inediti, seguito dalla lunga e affasciante aventur attorno al repertorio di Frank Sinatra e della grande canzone americana. E quell’avventura sembra aver lasciato traccia nel canto di Dylan, la sua voce risuona più potente, declama i versi con chiarezza. Ma se Murder most foul era la elencazione appassionata di un lungo catalogo di certezze scavate nella memoria personale, questo I Contain Multitudes è una confessione che si rivolge alle contraddizioni dell’animo umano, dell’individuo Dylan, pur non rinunciando all’esposizione, al catalogo dei riferimenti. «I’m just like Anna Frank, like Indiana Jones and them british boys, the Rolling Stones» e poi racconta «I sleep with life and death in the same bed», cita Edgar Allan Poe e Walt Whitman e fa un riferimento a David Bowie di All the young dude. Stavolta canta solo quattro minuti e mezzo, conservando la stessa densa intensità di Murder most foul e chiude con una promessa: «I’ll play Beethoven sonatas, and Chopin’s preludes» e una constatazione: I contain multitudes, come dire sono fatto di tante cose, spesso lontane una dall’altra.