IL MAUSOLEO DEDICATO A GUGLIELMO MARCONI
Era grasso.Molto.Stava passeggiando per Casalecchio di Reno.Si trovava sul ponte sul fiume Reno.Era secco.Molto.C’era poca acqua, ma era bello lo stesso per lui che veniva dal Belgio.Diceva di essere l’ambasciatore, in realtà era un semplice turista, un uomo solo tipo di quelli che cantano i Pooh.Viaggiava.Molto.A caso.Solo ed esclusivamente con voli Ryan Air, grazie ai quali visitava luoghi sconosciuti ai belgi (tipo Orio al Serio e Bologna).Si appoggiò alla ringhiera e guardò verso il cielo.C’era un disco volante.L’U.F.O. aveva un pannello con una scritta: CASALECCHIO VAFFANCULO.Si guardò intorno.Era pieno di alieni e c’erano milioni di casalecchiesi indignati che cercavano di venire alle mani con gli alieni che immobilizzavano tutti con le loro pistole soniche.“Soccia che ferro” disse il signor Lancioni di San Biagio osservando l’astronave.Fu immobilizzato anche lui.L’ambasciatore del Belgio cominciò a correre e trovò rifugio all’interno della Casa della Conoscenza.Insieme a lui il sindaco della Valsamoggia e l’assessore di Parco Talon.“Andiamo di qua, è sicuro” disse il sindaco.Un alieno con un occhio nero (probabile che avesse preso un pugno da qualche casalecchiese) li vide e li immobilizzò con una pistola sonica.Gli alieni bloccarono tutti.“Vogliamo parlare con Sasso Marconi…. ripeto vogliamo parlare con Sasso Marconi”.Era questo il messaggio che si sentiva provenire dall’astronave.“Abbiamo ricevuto un segnale radio da Sasso Marconi, vogliamo parlare con Sasso Marconi, ripeto… vogliamo parlare con Sasso Marconi” “Forse volete parlare con Guglielmo Marconi” disse un casalecchiese del settore culturale.Gli alieni tacquero.Fecero silenzio.“Siete degli ignoranti! E poi qui siamo a Casalecchio di Reno, non a Sasso Marconi. Andate via!” urlò una donna.“Lo sappiamo, lo sappiamo che siamo a Casalecchio” dissero gli alieni “Non avevi letto la scritta del pannello? Mi sa di no. Ma voi credete che siamo degli stupidi, che non facciamo sul serio. Ora basta”.I casalecchiesi furono messi in fila lungo il ponte sul fiume Reno e buttati giù.Uno ad uno.Venne il turno dell’ambasciatore del Belgio.Una gamba aliena lo spinse.“Aaaaaaaah”.L’ambasciatore si svegliò di soprassalto.Aveva sognato tutto.Era in un bagno di sudore.Era estate a Bologna.Faceva molto caldo.Era scoppiata l’afa e nel silenzioso bed&brekfast di Via Massarenti dove alloggiava per una discutibile scelta etica non era stato installato un climatizzatore.L’ambasciatore scese dal letto per fare la pipì.Fece uno, due, tre, quattro cinque passi e cadde a terra stecchito, come Bill nel film KILL BILL 2.Morì così.Di afa.Era veramente l’ambasciatore del Belgio.Il Molise d’Europa.
