BENE IL PIANO ANTI CRISI DEL GOVERNO CONTE. MA ORA SERVONO NERVI SALDI

Il governo Conte ha appena varato il piano anticrisi. Panni caldi o manovra straordinaria vigorosa? Diciamo che è un inizio. Un modo per tamponare l’emergenza coronavirus. Che non è solo un’emergenza sanitaria, ma anche economica. Venticinque miliardi di euro. Protette le famiglie, con bonus baby sitter o congedi parentali, protette le imprese, investimenti finalmente sulla sanità pubblica, con l’ingresso di diecimila nuovi medici, neo- laureati. Stop alla tentazione di licenziare da parte delle aziende in crisi e seicento euro al mese per i lavoratori autonomi. Insomma, ovvio che serve di più, ma la coperta è inevitabilmente corta. E’ chiaro insomma che finita l’emergenza sanitaria bisognerà trovare il modo di investire sulle infrastrutture, su strade e sulla messa in sicurezza del territorio, ad esempio. Serviranno altri miliardi, certo, e mai come oggi si è autorizzati a rischiare debito pubblico, per rilanciare l’economia. Senza tanti giri di parole, servirebbe un nuovo piano Marshall. L’Italia e il mondo intero si potranno salvare solo così Ci ritorneremo sull’argomento, perchè ora l’emergenza sanitaria è quella più importante da risolvere. Ce la faremo, ci chiedono molti lettori? Sì, ce la faremo, con il senso di responsabilità di tutti. Le scelte coraggiose, a tratti sorprendenti di questo governo, vanno nella giusta direzione. E la risposta degli italiani, giustamente terrorizzati dal contagio, è stata assolutamente responsabile. Certo, Conte non si aspetti che il consenso per le sue decisioni duri in eterno, anche se il vigore con cui sono state approntate le misure emergenziali, stanno già diventando un modello per il resto del mondo. Mondo che ha prima deriso gli italiani, poi preso sottogamba il virus e solo ora si è deciso a seguire il Nostro Paese, in quella che è l’unica strada percorribile: la quarantena collettiva. Ovvio, serve lungimeranza per affrontare l’aspetto sanitario, ma serve anche fortuna , sperando che il numero dei contagiati scenda rapidamente nelle prossime tre, quattro settimane. Poi, a quel punto, è chiaro che non si potrà tenere troppo a lungo in quarantena il Paese. Troppe persone rischiano di perdere il lavoro e a quel punto ai primi di aprile, massimo alla fine di quel mese, con mille e mille cautele, è presumibile che gli italiani possano iniziare a godere di una sorta di libertà vigilità. Guai però ad abbassare la guardia, perchè come ammoniscono molti virologi, con questa epidemia dovremo fare i conti almeno per i prossimi quattro, cinque mesi, forse per molti più mesi, e non possiamo permetterci un bis dei contagi. Allo stesso tempo il Paese deve ripartire, tornare a viaggiare con criterio, a produrre con il massimo delle atenzioni sanitarie. Per cui servono nervi saldi, sia da parte del governo che da parte degli italiani. Solo con questo senso di unità, di appartenenza ad una comunità, possiamo farcela. Solo se la crisi sanitaria dovesse rientrare, eviteremmo proteste violente e scene apocalittiche di miseri in cerca di cibo. Non dimentichi che l’opposizione di estrema destra a cui si era chiesto di remare dalla stessa parte, in questo momento di grave emergenza non perde il vizio di soffiare invece sul fuoco. Comprensibile: Salvini, Meloni, lo stesso Renzi, rischiano molto seriamente di sparire dai radar, di essere dimenticati. Agli interessi nazionali, loro del resto preferiscono quelli personali. E trovandosi di fronte ad un governo che sta per il momento facendo molto bene la propria parte , che tiene ferma la barra, pur avendo commesso inevitabilmente qualche errore, all’opposizione non resta che il gioco al massacro per riconquistare consensi. Che al momento sono evaporati. Ma figurarsi se gente come la Meloni o Salvini è pronta a farsi da parte, senza prima averle tentate tutte. Non illudiamoci.